Arco, il divieto per le bici indigesto a Fucinacomune: “Non tutela né i ciclisti né i pedoni”

Redazione09/09/20255min
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Un cartello di divieto collocato a metà di via Segantini, ciclisti invitati a scendere e accompagnare a mano la bici, turisti che restano disorientati e residenti costretti a cambiare abitudini. È questa la nuova fotografia del centro storico, nel futuro prossimo, dopo la decisione dell’amministrazione guidata dalla sindaca Arianna Fiorio di introdurre un divieto parziale al traffico ciclistico.

La misura, presentata come risposta all’esigenza di tutelare i pedoni, ha immediatamente sollevato reazioni. Tra le più pungenti quella di Arco.fucinacomune, che in un lungo post ha messo in discussione non solo l’efficacia pratica della scelta, ma soprattutto la visione politica che la sottende.

 

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“Un provvedimento a metà”

“Se l’obiettivo è davvero tutelare pedoni e ciclisti – osserva la pagina – non sarebbe stato più coerente estendere il divieto a tutta via Segantini, magari già da Palazzo dei Panni? Così com’è ora, invece, si crea confusione: chi entra dal ponte si trova a metà strada davanti a un cartello che lo obbliga a scendere e condurre la bici fino in piazza. Non certo il massimo né in termini di chiarezza, né di accoglienza”.

Il bersaglio polemico non è solo il provvedimento in sé, ma il suo effetto sui cittadini. “Questa disposizione – aggiungono – penalizza soprattutto i residenti, che attraversano il centro da sempre in bicicletta, con buonsenso e a velocità moderate. Parliamo di giovani e meno giovani che si spostano in modo sostenibile: la vera mobilità green, che dovrebbe essere incentivata, non ostacolata”.

Il confronto con il passato

Il post riapre anche un capitolo della scorsa legislatura, quando la giunta guidata da Alessandro Betta aveva lavorato a un progetto di parcheggio interrato all’ex Tennis, con spazi per biciclette e punti di ricarica elettrica. “Quel progetto è stato bloccato proprio da chi oggi governa – sottolinea Arco.fucinacomune – e ora si rincorrono soluzioni parziali, senza visione d’insieme”.

Il confronto tra vecchio e nuovo si fa inevitabile: la precedente amministrazione accusata di immobilismo, la nuova che rischia di apparire più attenta ai simboli che alla concretezza.

Una giunta tra promesse green e scelte contestate

La vicenda di via Segantini non è un episodio isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio. La giunta Fiorio ha fatto dell’ambientalismo e della mobilità sostenibile una bandiera programmatica. Ma nei primi mesi di mandato, le mosse adottate – dal dibattito sulla politica EMAS 2025 fino a questo divieto ciclistico – stanno incontrando critiche per presunta mancanza di coerenza.

“Prima ci si scaglia contro il turismo, ora contro la mobilità dolce – afferma Arco.fucinacomune –. Si passa dai paletti ai divieti, ma una direzione chiara continua a mancare”.

Il peso simbolico della mobilità

La questione assume così un valore politico che va oltre la semplice segnaletica. La bicicletta diventa il simbolo di un modello di città: da un lato, quello che privilegia la regolamentazione e i divieti; dall’altro, quello che invoca pragmatismo, buonsenso e pianificazione a lungo termine.

Con ironia, i critici affondano anche sullo stile comunicativo della giunta: “Arriverà la solita risposta con una citazione da un documentario svedese o da un Nobel. Ma Arco meriterebbe di più: meno citazioni, più visione. E soprattutto un po’ di coerenza”.

Un banco di prova per la sindaca Fiorio

Per la sindaca e la sua maggioranza, il caso via Segantini rappresenta uno dei primi banchi di prova politici: non solo perché tocca un tema sensibile come la mobilità, ma perché mette a nudo la difficoltà di conciliare slogan e misure concrete.

La città delle Palme, intanto, si divide: c’è chi apprezza la volontà di rendere più sicuro il centro storico e chi, al contrario, vede nell’ennesimo divieto “a metà” un segnale di navigazione a vista.

La cronaca locale racconta di un provvedimento apparentemente piccolo, ma che apre una grande domanda: quale direzione vuole imboccare Arco nei prossimi anni? (n.f.)