Amsa ferma tra rinunce e conflitti: si dimette Tavernini, Coop chiarisce su Lunelli e Giovanazzi

Un passo indietro che conferma i dubbi iniziali e che complica ulteriormente l’avvio della nuova stagione di Amsa, il “braccio operativo” del Comune di Arco. Marialuisa Tavernini, indicata poche settimane fa dalla giunta guidata da Arianna Fiorio per far parte del consiglio di amministrazione della società, ha ufficialmente rinunciato all’incarico. La motivazione? Un’incompatibilità tra il suo ruolo professionale in Comunità di Valle Alto Garda e Ledro, dove è assunta a tempo indeterminato, e la posizione di consigliera nella partecipata arcense.
La genesi della vicenda
Il nuovo corso di Amsa nasceva già sotto il segno della discontinuità politica con le dimissioni dei presidente Tomaso Ricci e di tre consiglieri su cinque (Renato Miorelli, Chiara Malfer e Michele Giuliani) a seguito dell’insediamento della nuova amministrazione Fiorio, ritenendo insostenibile la coesistenza con la maggioranza. La nomina di un nuovo consiglio era apparsa come la “prova di forza” del nuovo governo cittadino ma, al tempo stesso, un banco di prova per verificare la capacità di dialogo con le minoranze.
In questo clima, l’ingresso di Tavernini avrebbe dovuto rappresentare un tassello utile a consolidare la squadra. Tuttavia, i dubbi di incompatibilità sollevati fin da subito si sono rivelati fondati: la stessa consigliera ha scelto di sciogliere ogni nodo con un gesto chiaro, rinunciando prima ancora che il Cda si riunisse formalmente per eleggere il presidente e avviare i lavori.
Ombre di conflitto e nodo Coop
La rinuncia di Tavernini lascia Amsa in una situazione delicata: il nuovo consiglio a cinque membri si ritrova immediatamente azzoppato, mentre restano aperte altre questioni spinose. Tra queste, la posizione di Bruno Lunelli e Paolo Giovanazzi, entrambi presenti nel Cda di Amsa e, contemporaneamente, in quello della Cooperativa Alto Garda (Giovanazzi ne è persino vicepresidente).
Un potenziale conflitto d’interessi che ha acceso il dibattito pubblico. Se da un lato c’era chi sollevava perplessità richiamando la modifica statutaria del 2019, dall’altro le parole ufficiali della Coop, arrivate mercoledì 17 settembre, che sembrano fugare ogni dubbio.
Il comunicato ufficiale Coop
Il consiglio di amministrazione di Coop Consumatori Alto Garda, riunitosi il 16 settembre, ha infatti chiarito la propria posizione:
“La nomina di Paolo Giovanazzi e Bruno Lunelli, rispettivamente a presidente e vicepresidente del consiglio di amministrazione di Amsa Srl – si legge nella nota – non appare integrare alcuna delle ragioni di decadenza previste dall’articolo 28 dello Statuto della nostra Cooperativa.”
Un passaggio che mette un punto fermo sulla questione, almeno sul fronte interno alla Coop, ma che non spegne del tutto il confronto politico intorno al delicato intreccio di ruoli e responsabilità.
Una società strategica ferma ai blocchi di partenza
La paralisi di Amsa non è un dettaglio tecnico, ma un problema concreto per la città di Arco. La partecipata, che gestisce servizi fondamentali per la comunità, non potrà operare a pieno regime finché la squadra non sarà completa. La sindaca Fiorio si trova così a dover individuare in tempi rapidi un nuovo nome che non solo soddisfi gli equilibri interni, ma rispetti anche quella linea politica che punta a mantenere un “dialogo costruttivo” con l’opposizione. Entro giovedì 18 settembre, fanno sapere dal Comune, sarà scelto il nuovo candidato.
Un obiettivo ambizioso, se si considera la tensione crescente e la difficoltà di trovare una figura condivisa con le minoranze, in grado di rafforzare anziché frammentare il percorso del nuovo consiglio. Sullo sfondo restano i dossier aperti, come la riqualificazione della stazione delle corriere e il nuovo campeggio alle Foci del Sarca.
Le prossime mosse
Le ore a venire si annunciano decisive. La ricerca del sostituto o della sostituta di Tavernini si intreccia con la necessità di consolidare la squadra e di gestire con chiarezza il tema delle compatibilità. Una partita che non riguarda soltanto le procedure formali, ma la credibilità della nuova governance cittadina e la capacità della maggioranza Fiorio di imprimere una svolta concreta.
Amsa, il motore operativo di Arco, resta così ferma al palo, in attesa di un equilibrio che, almeno per ora, appare ancora lontano.
(n.f.)