Ambulatorio medico a Nago: l’opposizione chiede l’apertura anticipata

Nicola Filippi28/07/20254min
medico azienda sanitaria


 

Disagi per gli utenti dell’ambulatorio medico presso la Casa della Comunità a Nago: è questo il fulcro dell’interpellanza presentata dal gruppo consiliare di opposizione “Rinascita e Sviluppo per Nago-Torbole”, che pone l’accento su una criticità che tocca da vicino soprattutto gli anziani e le persone con difficoltà motorie.

La questione nasce da una semplice ma significativa esigenza: poter accedere ai locali dell’ambulatorio qualche minuto prima dell’arrivo del medico. In passato questo piccolo gesto di civiltà era garantito dal personale della biblioteca, allora situata all’interno della stessa struttura. Con la riorganizzazione degli spazi e il trasferimento della biblioteca, il servizio è però venuto meno. E con esso, è venuta meno anche la possibilità per i pazienti di attendere al coperto l’inizio delle visite, soprattutto durante le giornate più fredde o piovose.

“La porta dell’ambulatorio resta chiusa fino all’arrivo del medico”, spiegano i consiglieri comunali Giovanni Perugini, Adriano Vivaldi, Giovanni Di Lucia e Donatella Mazzoldi, firmatari dell’interpellanza protocollata il 23 luglio. “Questo costringe molti utenti – spesso anziani o con problemi di salute – ad aspettare in piedi e all’esterno, senza alcun riparo”.

Secondo quanto riferito dal gruppo di opposizione, né la nuova porta installata dopo la ristrutturazione sarebbe predisposta per un’apertura automatica temporizzata, né sarebbe stata presa in considerazione finora una soluzione alternativa. A fronte delle lamentele giunte da numerosi cittadini, i consiglieri di “Rinascita e Sviluppo” chiedono dunque all’amministrazione comunale di intervenire, con l’installazione di un sistema di apertura automatica controllata da videosorveglianza, come avviene già in molte realtà pubbliche, oppure con una soluzione più immediata e temporanea, come ad esempio un servizio di guardiania o l’impiego di volontari per l’apertura anticipata.

 

 

La proposta si scontra però, almeno per ora, con una posizione ritenuta insoddisfacente da parte dell’assessore competente, Fabio Malagoli. Secondo quanto riportato nell’interpellanza, l’assessore avrebbe indicato come competenza del medico stesso quella di aprire l’ambulatorio. Una soluzione che i consiglieri rigettano: “Non spetta certo al medico occuparsi di queste incombenze – affermano – e non è accettabile che una struttura sanitaria pubblica lasci i propri utenti in attesa all’esterno, senza alcuna tutela”.

Da qui la richiesta formale all’amministrazione di chiarire la propria posizione in merito e di agire concretamente per risolvere la situazione. Tre le domande poste con l’interpellanza: se l’amministrazione sia stata ufficialmente informata del problema e se corrisponda al vero la risposta attribuita all’assessore Malagoli; se si intenda valutare seriamente l’installazione di un sistema tecnologico per la gestione degli accessi; e infine, se nel frattempo possa essere predisposto un servizio provvisorio per permettere l’ingresso anticipato ai pazienti.

Al di là delle risposte formali, resta il nodo centrale: come garantire, anche nei piccoli gesti quotidiani, un accesso dignitoso e inclusivo ai servizi sanitari fondamentali. Una questione che non riguarda solo la logistica, ma il modo in cui una comunità sceglie di prendersi cura dei suoi membri più fragili.