Alto Garda, meno macchine e più biciclette
Un futuro sostenibile, all’insegna di poche macchine e molte biciclette è lo scenario che il Garda trentino, la “Busa” o Alto Garda che dir si voglia si deve attendere. Unito a ciò centri storici pedonali, un collegamento ferroviario con l’asta dell’Adige e la Vallagarina e, altro fattore determinante per un futuro migliore il recupero dei siti industriali dismessi. L’assemblea della comunità di Valle ha approvato nei giorni scorsi il Piano stralcio delle aree produttive e quello della mobilità che ora debbono passare al vaglio della provincia di Trento prima di diventare norme vincolanti per i Prg comunali. Entrambi piani integranti del Ptc. Acronimi a parte (Prg: piano regolatore generale e Ptc: piano territoriale di comunità) il Ptc dovrà necessariamente attendere le prossime elezioni comunali di maggio 2020 (si vota il 3), periodo del semestre bianco per andare poi in approvazione all’assemblea dell’Alto Garda e Ledro. La città pedonale. Mauro Malfer, presidente della Comunità di Valle ha le idee ben precise in merito. “Viale Rovereto fino al Brione e poi alla Baia Azzurra, il lungolago di Torbole, la conca d’oro dovranno essere solamente pedonali e ciclabili. Sarà ammessa una corsia per i mezzi pubblici. Visionari? Forse, ma è questo ciò che dobbiamo fare, perché il passato ci lascia grandi problemi cui noi siamo chiamati a dare risposte. E questa lo è.” Basta con i Comuni che pensano solamente a sé stessi, al proprio territorio dunque, è un grande ragionamento d’assieme che bisogna portare avanti. “Il nuovo Piano territoriale – ha spiegato Gianfranco Zolin, dirigente del Servizio pianificazione della Comunità di Valle – razionalizza tutto il Garda trentino e la valle di Ledro, zona dove ci sono 19 aree industriali e artigianali ad esempio. Una contraddizione vera e propria. In Busa vanno delocalizzate aree come la Mala di Nago, via Aldo Moro ad Arco, via Fornaci e la zona delle Grazie a Ceole. Si devono togliere l’ex cementificio Buzzi, Alphacan, i siti di Pratosaiano e Bolognano, zone come a Tiarno o Pietramurata, insomma tutte le aree produttive ormai incompatibili con la realtà urbana.” Un Piano, insomma, che rivoluziona il territorio del Garda trentino e quello limitrofo per una visione futura che renda le città pedonali e riqualifichi le zone che finora, in quanto vincolate ad aree produttive ad interesse provinciale sono declassate ai fini di un loro riutilizzo non industriale, ma spazi per servizi alla collettività.