Al Monastero Serve di Maria di Arco un “Boutique hotel”?

Redazione12/12/20192min
20191212_DSC5390 MONASTERO SERVE DI MARIA ARCO

Al monastero delle “Serve di Maria” di Arco verrà allestito un “boutique hotel”. Questo almeno è il progetto di massima in base al quale due coniugi altoatesini, Manuel Mutschlechner e Stephanie Happacher, hanno acquisito la porzione di immobile che Mario Morandini e Bruno Gobbi Frattini avevano comperato per realizzarci una struttura che unisse olivicoltura e ospitalità. Motivi personali e qualche difficoltà amministrativa e burocratica di troppo hanno suggerito ai due arcensi di abbandonare l’idea e di passare la mano. Ad agevolare l’operazione è stata la recente approvazione della variante per i centri storici, che ha introdotto per quell’area del convento la destinazione alberghiera attesa per l’investimento. All’inizio, quando dopo decenni di abbandono si erano avanzate ipotesi di utilizzo del compendio di carattere pubblico (museo o biblioteca), si era tentato un approccio totalmente pubblico: troppo elevati i costi e alquanto complesse le procedure burocratiche per poter concretizzare. E’ stato allora che si sono fatti avanti Morandini e Gobbi frattini, acquisendo l’immobile con lo scopo di elaborare un progetto di accoglienza legato al mondo dell’olio e della sua coltivazione. L’idea era quella di realizzare spazi dedicati alla storia dell’olivicoltura nell’alto Garda da una parte e spazi destinati alla ristorazione e all’ospitalità dall’altra. A fronte del benestare dell’allora giunta, capitanata da Paolo Mattei, i due imprenditori hanno dovuto registrare rallentamenti e intoppi burocratici a catena, non ultimi quelli imposti dal servizio beni culturali. Poi la variante, con la novità della destinazione alberghiera. Ma a quel punto Morandini e Gobbi Frattini, che non provengono dal mondo degli operatori turistici puri, hanno deciso di fare un passo indietro e di lasciare ad altri, più qualificati, la realizzazione di un progetto che fosse in sintonia con la nuova destinazione. Saranno i due imprenditori altoatesini dunque a portare a compimento il progetto e a dotare Arco di una nuova struttura ricettiva di alta qualità. Sempre che, come accade spesso ad Arco, qualcuno non decida di ostacolare l’iniziativa per mere questioni di tornaconto personale.

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