Addio a Fabio Drescig, pittore, astrofilo e musicista dal cuore d’oro
Fabio Drescig, nato a Cividale del Friuli il 17 novembre 1960, arrivato ancora in fasce con la famiglia a Villazzano e trasferitosi a sei anni a Riva del Garda, è scomparso a seguito di malattia, una di quelle “cattive” che, purtroppo non perdonano. Musicista autodidatta, pittore, ottimo interprete sia con la tecnica ad olio che con l’acquarello, allievo di Mario Matteotti, suo maestro educatore alle Elementari, generosissimo in ogni forma della sua possibile manifestazione, lascia un grande vuoto nei suoi affetti più stretti ma anche tra i molti amici che aveva in tutto l’Alto Garda. E anche nella compagnia che nacque sul “Pont dei Strachi” in Rocca e che si è cementata negli anni grazie alle serate passate a suonare per gli amici dopo tante cene organizzate assieme. “Mio padre era un artista – commenta il figlio Mathias – eclettico sotto ogni forma. Sapeva suonare, passione che mi ha trasmesso, dipingere, narrare, era un autodidatta in tutto e per tutto, difficile da capire a volte, ma semplice nella persona. Ha sempre vissuto l’indipendenza delle passioni che ha coltivato, era anche capace di riparare radio, s’intendeva d’elettronica, era uno dei “Ventilati Patafisici Benacensi” ma, soprattutto, amava le stelle. Ecco, lui incarnava e viveva un conflitto tra arte e tecnica, valutava sempre profondamente le cose, che si trattasse dell’osservazione del cielo stellato come nella realizzazione di un quadro”.
Questo il ricordo dell’Associazione Astrofili della quale era Presidente: “Fabio ci ha lasciato, non vedrà questo sole, ma altre e tante stelle, galassie, nebulose, immerso in quella dimensione che lui amava, tra i corpi celesti che l’avevano attratto ancora all’età di dieci anni e che imparò a riconoscere anche con un semplice binocolo. Altre passioni coltivava, la musica, la chitarra, il viaggiare nell’etere con le apparecchiature di radioamatore, tutti interessi che sapeva trasmettere ad amici e a chi lo conosceva, perché ricco di semplicità, senso di vera amicizia, mitezza e goliardia, che ti conquistava sin dal primo impatto. Tra i fondatori del Gruppo Astrofili Alto Garda e Ledro, dal 1995 ne è sempre stato presidente ed entusiasta divulgatore, dotato anche di una rara manualità con cui realizzava telescopi che donava ai neofiti del gruppo. Caro Fabio, con la discrezione e il pudore che ci hai donato insieme al tuo sorriso ti salutiamo, custodiremo il nostro dolore col ricordo di te in uno dei tanti bei giorni che ci hai regalato. Ciao Fabio”.