Acquisizione di Sacra Famiglia da parte di “Villa Regina”, tutto sospeso ad Arco
L’operazione annunciata giorni fa e tesa all’acquisizione da parte di “Villa Regina” della Casa di cura privata e RSA Sacra Famiglia è stata sospesa. Un “affare” da circa otto milioni di Euro, che alla luce delle richieste del sindacato Funzione Pubblica CGIL ora è stato messo in “stand by” come si direbbe, in pausa insomma. Da Villa Regina nessun commento, se non che la situazione sta vivendo un momento “delicato” ed è meglio non fare dichiarazioni. Nell’operazione di acquisizione della casa di Cura di via Nas, la quale sta vivendo un momento difficile a causa della pandemia recente da Covid, c’è anche Mediocredito Trentino, l’Istituto che ha sottoscritto dei minibond (uno strumento finanziario simile alle obbligazioni o titoli a medio o lungo termine) al fine di acquisire quote del passaggio sia della sacra Famiglia, della casa delle suore e dell’immobile di Lenzima, Villa Maria. L’operazione prevede lo spostamento dei sessanta ospiti e dei 58 addetti in via Pomerio, luogo dove c’è posto sia per la Casa di cura sia per la RSA. Col preliminare già firmato, però, si è trovato un dettaglio tutt’altro che trascurabile: sull’immobile delle Piccole Suore della Sacra Famiglia esiste un vincolo di non trasferibilità della durata di ben 25 anni. Dettaglio che, ovviamente, è tutto fuorché trascurabile per garantire l’operazione di acquisizione dello stesso. Il vincolo è stato messo in atto sull’erogazione di contributi da parte della Provincia Autonoma di Trento alla Residenza Sanitaria Assistenziale. La “palla” passa ora alla Provincia ed al Comune di Arco, i due soggetti chiamati a risolvere la situazione affinché l’operazione di acquisizione vada a buon fine. Un “chiaroscuro” che al sindacato Funzione Pubblica, ovviamente, non è gradito affatto. Ora, alla luce degli ultimi accadimenti, è richiesta ancora più chiarezza in merito all’operazione che, da subito, aveva mostrato delle criticità, come le comunicazioni tardive. I rappresentanti dei lavoratori hanno il diritto di essere informati, dicono dal sindacato Funzione Pubblica, non si può portare a termine un’acquisizione come questa senza chiarezza al 100%.