Abusi accertati, gli Ambientalisti accusano di immobilismo il Comune di Arco

Gianluca Ricci30/12/20213min
Che ne sarà del complesso ex Argentina?

«Sembra che l’amministrazione di Arco abbia intenzionalmente fatto calare il silenzio su abusi significativi già accertati, ma per i quali non si conoscono le misure amministrative adottate»: questa la pesante accusa rivolta contro il Comune dalle associazioni ambientaliste, preoccupate dell’inazione fin qui manifestata nei confronti di alcune vicende scabrose del recente passato amministrativo. Prima fra tutte quella legata al complesso denominato Argentina: «Come è noto – scrivono gli ambientalisti – il perito nominato dal Tribunale di Trento ha accertato una volumetria abusiva di quasi 4.900 metri cubi, in buona parte consistenti in posti auto posti fuori terra. Vista la dimensione dell’abuso rilevato, la normativa prevede che l’amministrazione comunale, nel caso non si possa demolire il volume non autorizzato e ritenga di rilevante interesse urbanistico l’abuso perpetrato, possa acquisire al proprio patrimonio la suddetta volumetria». In questo caso, prosegue la nota, vista la cronica mancanza di posti auto nei pressi del centro storico potrebbe essere una grande opportunità per i residenti a Stranfora. «Da notizie recenti però il Comune sembra voler riconoscere al costruttore una ulteriore volumetria, 5.300 metri cubi circa. A prima vista, quindi, pare che l’abuso non sia soltanto non perseguito, ma addirittura premiato. Altra vicenda è quella di Villa Maria, presso il Parco Mandela alle Braile: i suoi giardini e il muro di cinta hanno subito danni durante la realizzazione dell’attiguo albergo. Non abbiamo notizie delle misure adottate per perseguirli – commentano gli ambientalisti – Risulta evidente che nessun ripristino è stato effettuato e il danno paesaggistico conseguente è sotto gli occhi di tutti». E che dire del caso Aldi? Il Comune ha revocato il permesso, ma in merito alle presunte ulteriori irregolarità segnalate dagli ambientalisti non è intervenuto». Infine tuonano nuovamente contro il bicigrill a Linfano «trasformatosi di fatto in un ristorante a tutti gli effetti con ampio parcheggio in area agricola di pregio in grado di ospitare varie decine di auto invece dei quattro posti auto autorizzati. Il sindaco Betta afferma di aver avvertito la Polizia Locale».
Ecco perché le associazioni che aderiscono al Coordinamento ambiente Alto Garda e Ledro chiedono al Comune di Arco come intenda muoversi.

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