Referendum Biodistretto, in Valle dei Laghi dati contrastanti
Redazione
La scarsa informazione riservata al recente Referendum propositivo sull’istituzione del Biodistretto provinciale, soprattutto da parte di chi aveva interesse a sostenere questa iniziativa legislativa partita dal basso, ha giocato indubbiamente un ruolo determinante riguardo alla bassa affluenza alle urne, al di là delle posizioni personali. Il dato sorprende soprattutto in Valle dei Laghi, dove già esiste un Biodistretto di Valle e dove, quindi, si pensava dovesse esserci una maggiore sensibilità verso una convinta propensione per l’agricoltura biologica, sollecitata soprattutto in questi mesi per la discussione sulla riapertura del forno del Cementificio di Sarche. Problematica partita appunto da alcune “anime” del Biodistretto, che però sulla questione sembra piuttosto diviso.
Ma veniamo ai dati complessivi della affluenza per Comune:
Cavedine, con 13,50%, ha fatto registrare la percentuale più bassa. La superficie agraria non è così sviluppata, anche per l’altitudine, come negli altri due comuni e quindi è probabile che tale tematica sia passata in secondo piano;
Madruzzo, pur segnando una percentuale del 17,08% (un 1,5% in più della media provinciale), ci si attendeva un risultato sicuramente migliore, non fosse altro per il fatto che è il Comune simbolo del biodistretto di Valle (il sindaco di Madruzzo Bortoli ne è il presidente) per le varie iniziative che annualmente si tengono a sostegno della sensibilizzazione al tema del biologico, come quella del mese scorso dal titolo “Confluenze”, promossa appunto dal Biodistretto della Valle dei Laghi e sostenuta anche da un generoso contributo dalla Provincia;
A Vallelaghi si è registrata una percentuale del 19,53%, la migliore performance, probabilmente per una maggiore sensibilità della gente alla naturalità dei prodotti.
MARIANO BOSETTI
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