Riaccensione Cementificio di Sarche: “Le emissioni saranno compatibili con l’ambiente”
Oltre alle rimostranze, portate avanti dagli ambientalisti della Valle dei Laghi, in particolare il “Biodistretto”, la questione riaccensione del forno al cementificio di Ponte Oliveti è arrivata sui banchi del consiglio provinciale grazie all’interrogazione sollevata dal consigliere del “Movimento 5 Stelle” Alex Marini. Nel suo intervento l’interrogante poneva una serie di quesiti, intesi a capire innanzitutto quale fosse lo stato delle cose ai fini della probabile ripresa dell’attività a ciclo completo dello stabilimento evidenziando, nel contempo, come la riaccensione del forno ed in generale dell’attività di una simile industria nel contesto ambientale della bassa Valle dei Laghi nuocesse all’immagine di uno sviluppo sostenibile, sia sotto il profilo della graduale espansione a livello locale dell’agricoltura biologica che soprattutto di incremento dell’attività turistica in collegamento con l’Alto Garda. Nella risposta l’assessore provinciale all’Ambiente Mario Tonina ha cercato innanzitutto di fare un po’ di chiarezza sulla situazione in atto: in buona sostanza ha evidenziato come l’Italcementi (ora in mano alla società tedesca Heidelberg Cement Group) sia “già dotata di autorizzazione integrata ambientale (AIA)”, riesaminata alla luce dell’emanazione delle più recenti BAT di settore e valida fino al 15 gennaio 2028. Rimane assodato – continua la nota di Tonina – il rispetto delle prescrizioni contenute nell’AIA, garantendo che le emissioni prodotte dall’installazione siano contenute entro limiti tali da essere compatibili con l’ambiente circostante. Si è evidenziato, inoltre, che la Società è seriamente impegnata nel progetto di ricerca ed innovazione “Horizon” (Programma Quadro dell’Unione Europea) testato in un impianto della stessa Società in Belgio, che potrebbe essere applicato anche nel cementificio di Sarche. Difatti il Gruppo ha comunicato che saranno effettuate diverse attività manutentive e saranno richieste alcune modifiche per le quali sarà necessario disporre un aggiornamento dell’AIA vigente; comunque fino ad ora non è stata prodotta alcuna documentazione. Riguardo la localizzazione, vien da sé che il luogo venne scelto per la presenza di una cava dalla quale si ricava il materiale (calcare e marna) utilizzato per la cottura e che successivamente addizionato a materiali idraulici produce il cemento.
MARIANO BOSETTI