La Nazionale volley femminile sorde in raduno a Riva del Garda
Nonostante molti la definiscano “invisibile”, la sordità è una disabilità a tutti gli effetti con la quale convivono, in gradi diversi, oltre cinque milioni di italiani, con tutti i problemi conseguenti. C’è un gruppo di ragazze che però, grazie all’instancabile supporto della loro coach, Alessandra Campedelli, quei problemi ha imparato a gestirli così efficacemente che è riuscito in breve tempo a portare a termine due imprese mai realizzate prima, ovvero la medaglia d’argento alle Olimpiadi nel 2017 e l’oro agli Europei del 2019.
Sono le atlete della Nazionale italiana volley sorde, approdate in questi giorni a Riva del Garda, all’Hotel Virgilio, grazie alla disponibilità della Pallavolo C9 per un raduno collegiale organizzato in vista dei Campionati del Mondo in calendario a fine settembre a Chianciano Terme.
«Questi raduni sono indispensabili per potersi preparare al meglio per appuntamenti così importanti», ha spiegato la coach, che proprio nel C9 aveva mosso i suoi primi passi in panchina oltre vent’anni fa. «Purtroppo in Italia – prosegue – siamo costretti a fare i salti mortali per riuscire ad allestire una compagine competitiva, ma grazie agli sforzi dei privati e delle associazioni sportive come la Pallavolo C9 del presidente Massimo Chizzola siamo in grado di rimanere in scia alle squadre migliori».
Russia, Turchia, Cina e Usa sembrano in effetti di un altro pianeta, non fosse altro perché possono godere dell’interessamento di Federazioni Nazionali che dedicano alle loro atlete tutte le attenzioni possibili. In Italia nemmeno gli straordinari risultati degli ultimi anni sono riusciti a far accendere i riflettori su queste ragazze, se non in modo sporadico. Ma nessuna di loro è abituata a piangersi addosso, anzi: «Da quando ho iniziato questa avventura, più di cinque anni fa – ha precisato Alessandra Campedelli – ho subito bandito la commiserazione: le ragazze sanno che mio figlio è sordo e che per questo posso permettermi di chiedere loro qualcosa in più. Una delle mission della squadra inoltre è quella di diffondere una maggiore sensibilità presso i normodotati sui problemi della sordità e magari dare una mano a quanti non hanno avuto il coraggio di chiederla alle istituzioni. Anche per questo proviamo a dimostrare ciò di cui siamo capaci con tutta la forza che abbiamo».
E non è facile: in Italia, nonostante negli ultimi anni la Campedelli si sia spesa per riuscire a costruire anche tre Nazionali giovanili, le pallavoliste nel giro della Nazionale giocano in squadre di categorie diverse con le loro compagne udenti e per questo risulta molto complesso far coincidere le date in cui trovarsi insieme. In alcuni stati del mondo la Nazionale sorde partecipa ai campionati regolari, in modo da garantire quell’affiatamento e quell’amalgama che la coach Campedelli, coadiuvata dal direttore tecnico Loredana Bava, cerca di costruire durante i raduni. Ecco perché l’apporto degli sponsor diventa fondamentale, ora che ai prossimi mondiali e alle olimpiadi in Brasile l’Italia è diventata la squadra da battere. Il “Pio Istituto dei Sordi” di Milano, la “Cattolica Assicurazioni”, l’azienda “Cochlear” e “I Cavalieri dell’Ordine di Malta” stanno dando una mano affinché queste straordinarie ragazze possano bissare gli eccezionali risultati degli ultimi anni, magari finendo per “cantare” l’Inno nazionale a gesti, come hanno imparato a fare emozionando l’Italia intera, sul gradino più alto delle due manifestazioni.