Lavoro: dagli Stati generali quattro sfide per il Trentino di domani
Sono quattro le traiettorie strategiche per il Trentino al fine di dare risposte efficaci ai problemi occupazionali derivanti dalla crisi, individuate da 13 esperti stabili che, in dieci giornate i lavoro hanno raccolto indicazioni, idee e valutazioni da oltre 40 istituzioni ed esponenti del mondo sociale ed economico.
Primo: migliore connessione tra il mondo del lavoro e formazione. Per correggere il problema di “mismatch” sono necessari sia interventi di breve periodo, che politiche di periodo più lungo che vadano a incidere sulla stessa struttura produttiva trentina.
Secondo: coinvolgere il mondo dell’impresa. è emerso come le imprese di medie dimensioni in Trentino siano poche, una settantina quelle con più di 200 dipendenti. Altrove sono presenti da tempo esperienze che sostengono questa proiezione fuori dai confini nazionali, come l’Academy d’impresa. Esperienze che potrebbero essere riprese anche in Trentino.
Terzo: creare politiche per i giovani. Dai dati emerge come in Trentino, più che in ogni altro territorio vicino, i giovani restano senza occupazione oppure hanno, non per scelta ma in maniera forzata, solo lavori a termine. I giovani trentini cercano lavoro più a lungo dei loro coetanei dei territori vicini e, quando lo trovano, quasi mai vedono valorizzate le loro competenze. Una realtà sulla quale si dovrà incidere andando a intervenire sui lati della medaglia, ovvero la formazione e, soprattutto, l’impresa che dovrà essere in grado di sfruttare le alte risorse umane offerte dal territorio. È necessario ridurre i tempi di transizione dal mondo della scuola e della formazione professionale a quello del lavoro e si dovrà fare in modo che i giovani formati in Trentino possano dare il proprio contributo.
Quarto: creare strumenti a sostegno alla fragilità. In Trentino già esistono strumenti per accompagnare alla pensione le persone espulse dal mondo del lavoro a un’età lavorativa avanzata. Ma si tratta più di strumenti di protezione sociale che di interventi temporanei per cercare di ricollocare nel mondo del lavoro le persone che ne sono state espulse. Per questo gli strumenti di riqualificazione e di continuative learning appaiono fondamentali. Ma anche è necessario creare strumenti a sostegno dell’occupazione femminile che è quella che soffre di più, insieme a quella giovanile, nei periodi di crisi come quello che stiamo attraversando.