In val Gola a Riva “seminate” le alborelle del Garda
L’Unione Pescatori Sportivi del Garda, che racchiude la quasi totalità delle associazioni di pesca sportiva che si affacciano sul Benaco, tra le quali anche gli Amici della Tirlindana di Riva del Garda, ha dato vita nel 2019 ad un importante progetto di reintroduzione dell’alborella nel Garda. Meglio conosciuta come “aola” o “agola”, è stata abbondantissima fino alla fine del secolo scorso, poi un veloce declino che la ha portata oggi ad una fase di pre-estinzione, per motivi non ancora del tutto chiari, secondo i tecnici. Nel 2019, sotto la supervisione dell’ittiopatologo Andrea Giacinti e la collaborazione della Regione Veneto, si sono svolti due test, a Malcesine e Brenzone, dove sono stati creati dei letti di frega artificiali, (delle semplici cassettine con ghiaia adatta) poste in acqua in una zona dove le alborelle sono ancora presenti. Quindi si è aspettato che i pesci andassero sui letti di frega a depositare le uova, il giorno dopo si sono trasportate le cassette con la ghiaia con attaccate le uova nelle gabbie predisposte e li le uova si sono schiuse al 95 per cento. Un vero successo, quindi, questo primo tentativo: Nel 2020, a causa del pandemia, si è dovuto sospendere tutto ma, quest’anno, UPS del Garda ha voluto coinvolgere più zone del lago per riproporre il progetto, con l’adesione della Provincia Autonoma di Trento e la Regione Veneto, i comuni di Riva del Garda, Malcesine, Brenzone, Garda, Bardolino e Lazise. Per quello che riguarda la zona di Riva è stata scelta la riserva naturale di Val Gola, nata proprio con l’intento di favorire la riproduzione di alcune specie di pesci tra i quali proprio l’alborella e il cavedano. Il lavoro è stato svolto dai volontari di UPS del Garda e di Amici della Tirlindana con l’aiuto della Sezione di Riva della Forestale, con i costi sostenuti dal Comune di Riva e il BIM.
Tra pochi giorni in Val Gola si schiuderanno le uova, milioni di avannotti di alborella inizieranno la loro avventura nel lago, con la speranza è di riuscire a far ripartire questa specie fondamentale per l’ecosistema acquatico. Il progetto proseguirà per altri tre anni, dopo di che si pensa che il numero di alborelle introdotte dovrebbe essere tale da poter iniziare a riprodursi in modo naturale come avveniva nel passato.