Mancano gli stagionali, i sindacati si “lamentano”

Claudio Chiarani02/06/20213min
RISTORANTE HOTEL STAGIONALI


La stagione turistica nel Garda trentino parte, finalmente, dopo il periodo di chiusura dovuta alla pandemia da Coronavirus. Ma manca il personale. Questo, almeno, è quanto asseriscono i sindacati di categoria che riducono la “colpa” al fatto che le categorie economiche non corrisponderebbero il giusto ai dipendenti. Dove sta la verità? Secondo le categorie che hanno in carico la “difesa” dei lavoratori, se in Alto Adige non ci sono di questi problemi è perché i lavoratori ricevono il giusto, mentre in Trentino, invece, sarebbero sottopagati e “sfruttati”.
Paolo Turrini, presidente dei ristoratori nell’Alto Garda, ammette che a fronte della crescente domanda d’impiego da parte di circa l’ottanta per cento delle aziende il tasso di disoccupazione sia del 24% per i lavoratori stagionali. Ma il personale non si trova, dunque, perché secondo i sindacati non vengono pagati abbastanza. Ma mettere nel “calderone” tutta la categoria è la cosa giusta?
Questo è quanto si chiede qualcuno che di ristorazione ne mastica, affermando che fare di tutta un’erba un fascio non va mai bene, anzi. Perché non fare i nomi di quei colleghi che non corrisponderebbero il giusto stipendio ai lavoratori? Perché la mancanza di personale viene lamentata anche in Vallagarina, si chiede, mentre magari qualcuno attende “mamma Provincia” per andare a lavorare a 36 ore la settimana e rimanere a casa venerdì pomeriggio, sabato, domenica e festivi inclusi. Pur ammettendo che la categoria alla quale appartiene sia una di quelle che, spesso, si piange addosso e litiga per uno scontrino del caffè in più, sarebbe opportuno fare una verifica dettagliata e non “colpire” tutti indistintamente. I sindacati, però, portano dati che parlano di come in Alto Adige paghino 100 euro in più che in Trentino, dunque perché non portare anche da noi il loro contratto? Perché con i sussidi e i bonus non si vive, afferma sulla stampa la sindacalista Paola Bassetti della Filcams, tanti hanno cambiato settore per paghe “sicure.” Insomma, la questione è più che mai aperta e “ricca” di spunti tra le parti.

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