Arco, sul “Villaggio Argento” Futura chiede l’intervento della Provincia
E ora che il compendio immobiliare Comboni, che sarebbe dovuto diventare di proprietà della Fondazione Comunità di Arco per la concretizzazione dell’innovativo progetto “Villaggio Argento”, è stato venduto ai privati, cosa accadrà? L’immobile era indispensabilmente funzionale all’iniziativa o sarà possibile perseguire i medesimi obiettivi anche prescindendo dall’aspetto logistico? È per trovare risposta a questi interrogativi che Paolo Zanella, consigliere provinciale di Futura, ha presentato un’interrogazione al Presidente Fugatti. Due semplici domande, in risposta alle quali si potrebbero trovare le indicazioni utili a proseguire il progetto anche senza poter contare sull’ex RSA dei Comboniani: innanzitutto Zanella vuole sapere se la Provincia ritenga opportuno sostenere quel progetto pilota in Trentino per la residenzialità sociale di anziani autosufficienti; in caso di risposta affermativa, se e come intenda supportare la Fondazione Comunità nella concretizzazione del progetto Villaggio Argento, «visto l’interessante progetto per l’invecchiamento attivo messo in campo che bene si colloca nella filiera dell’invecchiamento che sempre più dovrà ampliare il ventaglio delle proprie proposte». Com’è noto dal 2018 i vertici della casa di riposo arcense stavano perfezionando gli accordi con la proprietà per la cessione dell’ex RSA dei Comboniani, funzionale alla concretizzazione di un progetto, denominato “Villaggio Argento”, che avrebbe portato alla creazione di una residenza innovativa al servizio di persone anziane autosufficienti che permettesse alle persone sole di sentirsi parte di una comunità allargata in totale sicurezza. Un immobile attiguo a quello della casa di riposo avrebbe permesso di ottimizzare le risorse gestionali e di creare una vera e propria “cittadella dell’anziano” anche all’ombra del castello. Questioni amministrative ed economiche, legate a filo doppio con lo scoppio della pandemia, hanno però fatto arenare le trattative: è stato in questo contesto che una società privata riconducibile all’immobiliarista Fabio Sandrini e all’ex presidente della Fondazione Roberto De Laurentis ha deciso di procedere all’acquisto, tra la costernazione e la sorpresa dell’ente pubblico. Paolo Zanella sollecita allora la Provincia ad intervenire per indicare soluzioni alternative.