I giovani e il telefonino: oggetto diabolico o strumento sociale?

Stagista12/05/20213min
giovani telefonino


Che rapporto c’è tra l’uso del cellulare e i ragazzi della 3C Scientifico del Liceo Andrea Maffei di Riva del Garda? Sono tutti ossessionati da ciò che viene anche chiamato “oggetto diabolico” o sono in grado di usarlo con moderazione? A cosa hanno portato a mancanza delle uscite al bar o al ristorante in questi ultimi mesi? Possiamo resistere un giorno intero senza il nostro amato telefonino? Questo piccolo gruppo di studenti può essere una rappresentazione quasi perfetta dei giovani in questo periodo di incertezza e insicurezza per quanto riguardo i rapporti sociali. Martina ci presenta il suo punto di vista: “Ammetto che l’uso del cellulare mi occupa abbastanza tempo della giornata, ma riesco comunque ad utilizzarlo con coscienza e non esagerare”. Ma non tutti riescono a mantenere questo equilibrio: molti ragazzi, soprattutto studenti, passano la maggior parte del loro tempo libero al telefono, ma chi li può biasimare. Che sia per chattare con gli amici, per giocare online o anche per studiare, passare troppo tempo sul piccolo schermo dei nostri cellulari non fa bene a nessuno. Klaudia si esprime in questo senso: ”Purtroppo a volte mi trovo a passare molto tempo sul cellulare, ma preferirei di gran lunga spendere questo tempo in altre attività che mi renderebbero sicuramente più serena. Devo dire però che, alcune volte, posso passare anche una giornata intera senza toccarlo e neanche accorgermene”. Quindi possiamo dire che il cellulare non è certo una prima necessità per noi giovani, e anche Chiara è di questa idea. Ci sono persone che hanno sviluppato una vera e propria ossessione, ma ci sono anche ragazzi che hanno scelto di fare la famosa “disintossicazione dai social” che è una vera e propria boccata d’aria pulita. In conclusione si può dire che, data l’emergenza Covid, il bisogno di avere contatti con le persone è salito ed è quindi plausibile che si sfruttino molto di più i social o le piattaforme di comunicazione, ma una volta tornati in libertà si dovrebbe lasciare più spazio alle vere relazioni sociali. Anche se l’argomento non riguarda solo il mondo dei giovani.

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