Appropriatezza nell’uso dei vaccini, dati ottimi per il Trentino

Redazione17/04/20213min
vaccini covid trento 4


In questi giorni Apss ha riesaminato il livello di appropriatezza con cui sono state utilizzate le dosi di vaccino a disposizione fin dall’inizio della campagna vaccinale. Le analisi interne hanno esaminato i dati relativi a 3.071 vaccinazioni estratte a campione, rilevando tassi di coerenza con l’atteso pressoché del 100%.
Oltre alle analisi interne esistono rilevazioni compiute a livello nazionale, in cui vengono comparate le performance di tutte le Regioni e Provincie autonome. Tra queste vi è l’ultimo rapporto prodotto dalla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e Agenas «Monitoraggio piano vaccini anti-covid19».
Dalla rilevazione risultano alcune performance che pongono la nostra provincia ai massimi livelli in Italia tra cui: la percentuale di popolazione over80 vaccinata in Trentino con una dose è la più alta in Italia, la percentuale di popolazione over80 che ha completato il ciclo vaccinale in Trentino è la seconda più alta in Italia, la percentuale di popolazione tra i 70 e i 79 anni vaccinata con due dosi è la più alta in Italia e da ultimo la percentuale di ospiti Rsa vaccinati con due dosi è la seconda più alta in Italia.

Una recente analisi effettuata su dati del Commissario per l’emergenza covid19, pubblicata su “Il Giorno”, ha mostrato che in Trentino la percentuale di dosi somministrate a persone fuori lista sul totale delle dosi somministrate è la seconda più bassa in Italia.
Secondo il direttore generale, Pier Paolo Benetollo «Questi dati, rilevati da autorevoli soggetti terzi, dimostrano la correttezza con cui è stata finora condotta la campagna vaccinale – come è proprio della cultura profondamente radicata nella popolazione di questa Provincia. I risultati si sono già visti nell’importante calo dei decessi e, fin dalle prossime settimane, man mano che la copertura si estenderà agli altri soggetti anziani e alle persone vulnerabili, ciò comporterà una riduzione dei ricoveri in terapia intensiva, consentendo a tutti di tornare ad una vita “normale”. È indispensabile tener duro ancora qualche settimana, soprattutto con grande attenzione ai contagi all’interno delle case e nelle riunioni fra famiglie».

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