Madruzzo: approvata dal Consiglio comunale (senza le minoranze) la variante del PRG
Con la ormai tradizionale adunanza a distanza si è tenuto il Consiglio comunale di Madruzzo per la discussione ed approvazione della variante generale al PRG, il cui procedimento amministrativo era iniziato ancora a fine ottobre 2019 con la prima adozione, che, approvata in fretta e furia prima dell’inizio del semestre bianco, aveva generato una spaccatura all’interno della stessa maggioranza. Si trattò di un’approvazione piuttosto rocambolesca con al centro non poche polemiche innanzitutto per l’obbligatoria astensione di incompatibilità, che si è ripetuta anche nell’adunanza dell’altra sera, di gran parte della minoranza (causata da scelte urbanistiche della stessa Giunta) ed in secondo luogo per una doppia votazione con la presenza di un solo scrutatore.
Entrando poi nel merito delle modifiche apportate, non v’è dubbio che è un piano votato ad una notevole espansione edilizia con l’aumento delle superfici esistenti. Infatti sono state inserite ben 13 nuove aree residenziali (di cui una a Sarche di oltre 6.000 metri quadrati), con la formula di “prima casa”. Il sindaco Bortoli ha giustificato tale espansione con “L’obiettivo di valorizzare le superfici residenziali in rapporto alle esigenze delle famiglie, per fare in modo che la popolazione possa crescere e restare sul territorio”. Secondo le opposizioni, invece, è una necessità tutta da provare in quanto stride fortemente con la realtà socio-economica di Sarche, dove più massiccio è stato l’inserimento di nuove aree residenziali. Infatti in poco più di un ventennio (dagli anni ’90 ad oggi) c’è stato un raddoppio dei residenti con una forte immigrazione che ha trovato posto nei numerosi appartamenti degli ex-casoni mensali, delle ex-scuole ed in quelli nuovi della prima grande lottizzazione edilizia risalente all’ex-PUC C5 del 1989 (ossia Piano Urbanistico Comprensoriale del C5, diventato poi per i singoli comuni P.R.G. comunale). Ha sorpreso poi l’affermazione della progettista, l’architetto Susanna Serafini, parlando di una variante di riqualificazione urbana dei centri storici, dovuta a “un grande depauperamento del verde e uno scadimento dei centri storici”. Un’affermazione, sempre secondo le opposizioni, del tutto fuori luogo almeno per quanto riguarda i centri abitati dell’ex-comune di Calavino, dove da fine anni ’90 al 2010 si sono notevolmente potenziate le aree verdi; in particolare nel capoluogo Calavino in funzione aggregante fra i diversi poli abitativi del paese. Basti pensare all’ampio parco comunale di Nadac: un ettaro e mezzo di verde al centro dell’abitato in aderenza alle diverse attività socio-culturali, sportive e ricreative come scuole, teatro e sedi di associazioni. In secondo luogo agli interventi di riqualificazione storico-urbana con valorizzazione rionale del centro storico (la nuova piazzetta delle “Regole” e dei “Zoni” – piazza Roma e le contrade “Gentilini” e “Danieli – via Concordia – “Cleo”). Lo stesso impegno a Sarche con l’area comunale al “Cason Ros”: nuova piazza con sottopasso e parcheggi – nuovo parco (trasformazione da area residenziale a parco con acquisto della stessa dall’I.D.S.C. per alcune centinaia di migliaia di euro) – partenza/arrivo passerella circumlacuale di Toblino; l’area dismessa “all’ex-Cason Nòf”: rifacimento campo polivalente sportivo – parco giochi – parcheggi ed innesto ciclabile lungo il Sarca”.
Con l’approvazione definitiva della Variante il voluminoso carteggio è stato inviato all’Ufficio Urbanistica della Provincia per l’approvazione definitiva.
MARIANO BOSETTI