Archivio fotografico storico provinciale: ecco le novità

Redazione21/03/20215min
Archivio Studio Gadenz
Collezione Unterveger: lastre al collodio
Archivio Flavio Faganello
Archivio Federico Vender
Collezione Società degli Alpinisti Tridentini - S.A.T.
Archivio della Soprintendenza ai monumenti e alle gallerie di Trento
Raccolta Thun di Castelfondo e miscellanea trentina
Archivio Studio Albertini
Archivio Giovanni Pedrotti
Collezione Honeck
Archivio Fratelli Pedrotti
Collezione Giulio Cagol
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L’Archivio fotografico storico provinciale, affidato alla Soprintendenza per i beni culturali, è un immenso contenitore di oltre un milione e mezzo di fototipi, suddivisi in 53 fondi che vanno dall’Ottocento fino ai giorni nostri, con scatti di centinaia di autori che hanno contribuito a scrivere la storia della fotografia trentina, tra cui Giovanni Battista Unterveger, i Fratelli Pedrotti e Flavio Faganello. Si tratta di immagini raccolte fin dagli anni Venti per le esigenze di documentazione dell’amministrazione della tutela e cresciuti negli ultimi decenni grazie all’acquisizione di vasti archivi e collezioni, in rapporto con l’evoluzione normativa e l’interesse crescente per la fotografia storica come bene culturale. In accordo con il Piano strategico di sviluppo della fotografia in Italia oggi la Giunta provinciale, su indicazione dell’assessore all’istruzione, università e cultura Mirko Bisesti ha approvato le nuove Disposizioni per l’accesso e la libera fruizione di questo patrimonio straordinario e del connesso disciplinare con le tariffe dei diritti di riproduzione.

La Provincia per questa via interviene con decisione anche nel vivo del dibattito sulla liberalizzazione delle immagini del patrimonio culturale.
Le nuove Disposizioni, infatti, stabiliscono espressamente che la Soprintendenza provinciale potrà liberalizzare le immagini di fototipi conservati presso l’Archivio fotografico attraverso licenze aperte. Le modifiche includono inoltre una sostanziale riduzione delle tariffe di riproduzione, resa possibile dall’avanzamento tecnologico, la programmatica cancellazione dei diritti di pubblicazione per ogni uso culturale e scientifico e una significativa limitazione degli oneri anche per gli usi strettamente commerciali.
Il provvedimento recepisce le valutazioni che negli anni scorsi hanno determinato, a livello nazionale, la modifica del “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, limitando le restrizioni alla circolazione delle immagini in accordo con l’appassionata battaglia culturale ingaggiata dal movimento “Fotografie libere per i beni culturali”. Il tema della liberalizzazione delle immagini come fattore di sviluppo del lavoro e dell’economia della cultura, nel quadro di ciò che viene indicato dal Recovery Plan, è un argomento di stringente attualità. La rivoluzione digitale, le nuove tecnologie e i nuovi media hanno profondamente modificato e democratizzato i processi di produzione e circolazione della fotografia, condizionando le dinamiche di interazione sociale, i comportamenti e le modalità di autorappresentazione individuali e collettive, in parallelo con la diffusione della cultura della scienza aperta e dell’Open Access al patrimonio culturale; per questo anche l’Archivio fotografico storico provinciale si allinea alle buone pratiche internazionali orientate alla fruibilità, alla condivisione del sapere e alla libertà di espressione e circolazione delle informazioni, non solo tra gli studiosi di tutto il mondo, ma anche tra tutti i cittadini e a vantaggio di tante imprese culturali e creative, spesso giovanili.
Scheda
L’Archivio fotografico storico provinciale ad oggi conta oltre un milione e mezzo di esemplari prevalentemente relativi al contesto trentino in tutti i suoi aspetti storici, ambientali, paesaggistici, antropologici, socioeconomici, culturali e di vita materiale; al vasto nucleo di fotografie di documentazione del patrimonio culturale provinciale si aggiungono archivi professionali di fotografi trentini e non, archivi fotografici cessati di istituzioni e altri enti, collezioni di fotografie e di cartoline. Il patrimonio è costituito da fondi di proprietà della Provincia autonoma di Trento e da fondi in deposito appartenenti a terzi.
Il materiale è suddiviso in 53 fondi di consistenza molto varia: da compatte collezioni di pochi pezzi, come le fotografie relative all’attività di spionaggio sulle montagne trentine svolta da Giuseppe Colpi nel clima irredentista, agli archivi professionali di fotografi e imprese familiari come lo studio Bosetti (294.000 unità), l’archivio Fratelli Pedrotti (115.000 fototipi), Flavio Faganello, Rodolfo Rensi (entrambi oltre i 400.000). Gli archivi di Faganello e del fotografo Luciano Eccher (130.000 unità) includono anche migliaia di fototipi storici da loro raccolti in qualità di conoscitori e avvertiti collezionisti.
Tra le collezioni di cartoline si segnala quella acquisita da Renato Mazzalai, tra le più complete e organiche per il territorio trentino, con oltre 16.000 pezzi stampati da centinaia di editori locali e dalle principali ditte transalpine.
Le informazioni di dettaglio sono disponibili alla pagina Patrimonio del sito:
https://www.cultura.trentino.it/Archivio-fotografico-storico

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