Villa San Pietro di Arco, al via la demolizione
Quelle transenne comparse in via Bruno Galas sono state più eloquenti di mille manifestazioni o del testo dell’interrogazione presentato dalle ambientaliste Arianna Fiorio e Chiara Parisi sul destino dell’ex Villa San Pietro: a nulla pare siano valsi gli appelli recapitati persino sulla scrivania personale del vescovo Tisi. Quella struttura, come previsto da un progetto che negli anni ha rispettato ogni singolo passaggio e tutte le norme contenute nell’iter procedurale, verrà abbattuta. E al suo posto saranno realizzate tre palazzine in stile contemporaneo, che invece molti cittadini di Arco speravano di non dover vedere. Il cantiere per i lavori è stato piazzato, la parte iniziale di via Galas è stata chiusa al traffico (l’accesso alle attività è comunque possibile da via 24 Maggio) e Villa San Pietro sarà a breve soltanto un ricordo dell’augusto passato della città del Kurort. Inutilmente nel prossimo consiglio comunale ci si confronterà sul destino del compendio, nonostante l’interrogazione sul tema sia prevista in discussione; inutilmente gli ambientalisti segnaleranno alla pubblica opinione la loro contrarietà a quella che considerano un’incomprensione urbanistica, un’opera sulla quale persino il sovrintendente Marzatico ha espresso le sue perplessità.
Dopo tante chiacchiere la proprietà ha deciso di passare ai fatti e a parlare saranno le ruspe, che a due passi dalla piazza principale di Arco cancelleranno un edificio dalle architetture tradizionali per farlo sostituire da strutture che alcuni illustri urbanisti e architetti avevano definito nei mesi scorsi buone tutt’al più per una qualsiasi periferia di una qualsiasi metropoli, nonostante un concorso di idee ne avesse certificato la bontà progettuale. Si tratta di capire ora se sussistano ancora margini di trattativa sugli esiti estetici del prodotto finito: un ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale uscente aveva impegnato sindaco e giunta a concordare con i privati soluzioni architettoniche differenti. Fra abbattimento e ricostruzione trascorrerà per forza di cose un lasso di tempo che potrebbe rivelarsi strategico per poter apportare, seppure fuori tempo massimo, le auspicate migliorie.