Chiarano, ancora proteste per le campane: i lavori non hanno abbassato il rumore
Il parroco di Chiarano di Arco, don Carlo Speccher, ha fatto quanto era nelle sue possibilità per ridurre al minimo i disagi provocati ai residenti della frazione dallo scampanio della chiesa di san Marcello, ma per alcuni di coloro che abitano nei pressi del campanile non sembra sia sufficiente. Gli interventi a cui è stato sottoposto il sistema, secondo quanto confermato dallo stesso assessore Gabriele Andreasi, sono stati diversi: innanzitutto è stato ridotto il numero di scampanii in corrispondenza con l’orario delle messe (prima le campane suonavano due volte ora una soltanto, mezz’ora prima della funzione); quindi si è provveduto a diminuire la durata, passando dal precedente minuto e quaranta agli attuali quaranta secondi; inoltre è stato posticipato l’orario di inizio giornaliero alle 7.45 dalle 7.30 precedenti. In sintesi, ora la campana della chiesa di San Marcello suona solo tre volte al giorno, alle 7.45, alle 12 e alle 19.30, più le celebrazioni. Duemila euro all’incirca la spesa dichiarata dal parroco, raccolta anche grazie al generoso contributo del Comitato di Chiarano: uno sforzo più del quale il parroco si è detto impossibilitato a fare. Tuttavia per i cittadini che hanno dato il via alla protesta le modifiche apportate non sono state in grado di risolvere il problema. Gran parte degli interventi concordati durante il lungo confronto fra le parti non è stata realizzata secondo quanto previsto, al punto tale che, segnalano i residenti, dopo un mese di utilizzo della campana piccola, meno rumorosa, si è tornati a quella più grande. La richiesta è di risolvere la questione, indipendentemente dalla cortesia dimostrata dal parroco: non è questione di gentilezze, è stato detto, ma del rispetto di un diritto. Ci sono sentenze della Cassazione molto chiare al riguardo: secondo il Concordato, sono escluse dall’inquinamento acustico esclusivamente le campane che suonano per annunciare la liturgia. Il resto deve sottostare ai limiti imposti dalla normativa vigente. Per questo non si esclude il ricorso ad un legale.