Didattica a distanza, gioie e dolori per noi studenti del 2020
Ci risiamo. Dopo neppure due mesi dall’inizio della scuola siamo tornati alle videolezioni. Scuole chiuse, studenti ed insegnanti davanti ad un PC, ognuno a casa propria.
È tornato alto il livello dei contagi da Covid-19 e, purtroppo, i primi ad essere rinchiusi siamo stati noi studenti della scuola superiore e gli universitari.
Non è una situazione grave come in primavera (almeno ora possiamo uscire di casa) ma torna a farsi pesante la mancanza dei rapporti interpersonali in classe con compagni e professori.
Il liceo “Maffei” di Riva del Garda, come la maggioranza delle scuole trentine, era già pronto a livello informatico ad attivare questa modalità di insegnamento e da lunedì 9 novembre siamo passati dall’aula scolastica a quella virtuale, come se fosse tutto normale. Ma di normalità non possiamo sicuramente parlare, perché forse non ci si rende conto che la scuola dietro ad un computer insegna sì le competenze scolastiche, ma non è in grado di trasmettere tutte le esperienze fondamentali per formare adulti completi.
A livello nazionale e provinciale si è riconosciuta l’importanza di mantenere in presenza i laboratori specifici per ogni indirizzo scolastico; ciò è stato garantito in quegli istituti dove l’attività di laboratorio ricopre gran parte dell’orario scolastico.
L’unica cosa positiva è il fatto di poter dormire fino a dieci minuti prima della prima lezione, soprattutto per quegli studenti che frequentano scuole molto lontane da casa.
Speriamo di tornare a scuola al più presto, ma non nelle modalità di settembre con mascherine, ingressi separati, distanze interpersonali e ricreazioni immobili, ma di quella dello scorso anno, fatta di abbracci all’ingresso con le amiche, merendine condivise e anche di interrogazioni alla lavagna, con una “pacca” sulla spalla dell’insegnante a consolarti per un voto negativo!
(Alternanza scuola-lavoro liceo “A.Maffei” – Aurora Seia)