Vallo Tomo del Brione, proseguono al meglio i lavori
Nella zona di Linfano ad Arco i lavori che prevedono la realizzazione del vallo tomo del Brione procedono al meglio. L’installazione sul lato sud delle opere di contenimento è già terminata e al momento gli operai sono impegnati nella sistemazione di quello centrale, che in due settimane dovrebbe essere concluso. Per quanto riguarda la zona settentrionale bisognerà completare il posizionamento delle reti contenitive e perfezionare gli ultimi particolari.
I lavori non hanno fortunatamente impedito di intervenire al contempo sugli interventi di idrosemina dell’erba che, insieme alle specie autoctone che verranno piantate alla fine di novembre, andranno a rendere la zona più verde e a ricostruire l’habitat naturale. Inoltre sono stati realizzati lungo il versante dei piccoli gradoni che serviranno per creare un ostacolo naturale nel caso in cui dei frammenti di roccia si dovessero staccare dalle pareti. Una prova soddisfacente per tutti, soprattutto per la Forestale che ha seguito i lavori e ispezionato l’area, è stata la resistenza alle piogge delle ultime settimane. Sono stati infatti solo alcuni frammenti superficiali ad essersi staccati, ma non gravi da destare alcun tipo di preoccupazione. A proseguire sono purtroppo i problemi con i proprietari dei terreni espropriati, che si sono lamentati del fatto che gli operai non hanno provveduto ad un’espiantazione degli olivi secolari e a ripiantarli momentaneamente altrove nell’attesa della fine dei lavori, come da accordo, lasciandoli abbandonati e sradicati sotto il terreno alla base del Brione. Una relazione della Forestale tuttavia certifica che tutta la zona su cui si è intervenuti dovrebbe essere catalogata come bosco, poiché gli olivi presenti erano tutti in pessime condizioni o perlomeno non più colturabili, in contrapposizione però a quanto detto dal perito incaricato dal privato. Questi inoltre aggiunge che quelli che sembrano solo piccoli dilavamenti superficiali sono in realtà un grave problema capace di causare frane nel caso in cui le acque piovane si dovessero infiltrare nel terreno. I residenti del posto, inoltre, affermano che il bosco, attualmente non più presente, fungeva da barriera di difesa contro eventuali cadute di massi, e quindi c’è quindi meno sicurezza. Secondo i progettisti, invece, il rischio è stato calcolato poiché non sarebbe stato possibile realizzare l’opera con la presenza delle piante, che saranno comunque ripiantate e torneranno a svolgere la loro funzione.