Coronavirus: il grazie della Giunta al Santa Chiara

Redazione26/07/20203min
SANTA CHIARA PAT

Il Santa Chiara è più di un ospedale, è un simbolo: dentro e attorno ad esso ruotano tutti gli ingranaggi della sanità trentina. Come in un orologio, ciascuno è fondamentale perché le lancette girino correttamente. Ma qui, in Largo Medaglie d’oro, la dimensione e le funzioni – a partire dalla rianimazione – hanno reso strategica la partita contro il Covid.
Il presidente della Provincia autonoma di Trento, accompagnato dall’assessore alla salute e dai vertici del Dipartimento e dell’Azienda sanitaria hanno concluso qui il loro giro di ringraziamenti a quanti nei mesi difficili dell’emergenza hanno combattuto senza risparmiarsi, affrontando un nemico nuovo con cambiamenti spesso radicali del consueto modo di lavorare. Medici, infermieri, assistenti, tecnici, amministrativi che, con la loro professionalità si sono messi in gioco ed ai quali le istituzioni hanno voluto rendere merito. L’occasione è stata offerta da un incontro nell’Auditorium dell’ospedale durante il quale è stata l’emozione la principale protagonista. Alcune testimonianze hanno messo in risalto lo sforzo incredibile sostenuto dentro questa grande comunità, dove ad esempio sono stati analizzati ben 90 mila tamponi su un totale di quasi 150 mila, oppure dove nel giro di tre giorni, riconvertendo spazi, attrezzature, turni è stata allestita una delle tante terapie intensive di rinforzo che sono risultate fondamentali per parare il colpo nel momento più duro. “Nessuno è stato lasciato indietro” hanno detto più voci, con il pacato ma legittimo orgoglio di chi sa che non era facile e che altrove questo miracolo non è avvenuto. A Trento, anzi, è stato possibile accogliere pazienti critici provenienti da altre Regioni: “E questo – ha confermato il presidente della Provincia – ci viene riconosciuto ogni volta che trattiamo questioni le più disparate con colleghi della Lombardia”.
Tendere una mano, la stessa che oggi ci è vietato di stringere, è risultata essere la cifra più importante dunque, sia nei confronti dei trentini contagiati, ma anche dei loro cari che improvvisamente erano precipitati nell’angoscioso black out comunicativo imposto dall’isolamento. L’approccio con le persone – hanno ricordato i sanitari – è il valore più importante che il virus ha fatto emergere. L’umanità dunque prima ancora della pur fondamentale tecnica. E, per usare le parole dell’assessore alla salute,
“Se il caro vecchio Santa Chiara, con tutti i suoi acciacchi è riuscito a reggere lo dobbiamo a voi. La comunità trentina lo sa e siamo qui per riportarvi questo sentimento, senza dimenticarci dei problemi che ci sono e che ora affronteremo insieme”.

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