Civettini: “All’ex Ospedale di Arco i richiedenti Asilo?”
A fianco dell’Ospedale di Arco giace silente la vecchia costruzione che sarebbe dovuta essere il secondo lotto dell’ospedale per il completamento della proposta sanitaria del Basso Sarca.
Il vecchio edificio lo si può ammirare transitando sulla strada in uno stato di abbandono e, nel retro, l’ex Padiglione B, con annesso il bellissimo parco privo di ogni attenzione.
Sul possibile futuro della struttura di via Capitelli ha presentato un’Interrogazione il Consigliere Provinciale Claudio Civettini. “Nel recente passato era in essere una precisa idea di utilizzo sanitario – dice il Consigliere – oggi abbandonata per la politica Trento-centrica della sanità trentina. È di pochi gironi fa la notizia che sarebbe stato fatto una sorta di studio di fattibilità per utilizzare detta struttura per i sedicenti profughi che proprio in questi giorni -sinistra compresa- ci si sta accorgendo siano la risultante di una vera e propria tratta di persone per fini che parrebbero ben diversi da quelli della solidarietà. In ogni modo ad oggi l’intero immobile è in completo stato di abbandono e degrado, privo di manutenzione anche estetica per le facciate esterne, tanto che dà proprio l’idea della fatiscenza totale, suggellata da quelle tapparelle ancora in legno di traverso sulle finestre e vetri rotti.
Il che non è certo un biglietto da visita per quanto riguarda la qualificazione, oltre che dell’ospedale nella sua interezza, anche della zona residenziale di Arco ma soprattutto, un degrado di una pubblica struttura, che viene accompagnata da una svalutazione acclarata dell’immobile del patrimonio pubblico.
Di questo pare opportuno – prosegue Claudio Civettini – se non doveroso richiedere all’Amministrazione provinciale quali siano i progetti, i programmi e che cosa si intenda fare in termini di utilizzo o di abbattimento della struttura, evitando di dover calare di forza, l’ennesima ipotesi di adeguarlo per la sistemazione di numerosi sedicenti profughi o clandestini, creando nel caso, la possibilità, dopo Trento e Rovereto, una pericolosa concentrazione. Nel caso diverso, si chiede invece secondo quali modalità e soprattutto entro quali termini si intenda attivarsi e procedere per conferire almeno una dignità esteriore, per così dire, a quello che è ormai una costruzione appunto fatiscente e quanto mai bisognosa di interventi, non scartando l’ipotesi di un abbattimento pianificato, dando così la possibilità di un recupero prudenziale ma non necessario, di metri cubi edificabili da trasferire nel Comune di Arco, a disposizione delle Amministrazioni pubbliche”.