È nato il Consorzio Garda Trentino Vela

Claudio Chiarani04/05/20203min
circolo vela arco oracupora-jacoposalvi

L’ufficialità la sancirà solamente la Federazione Italiana Vela, ma dopo anni di “battaglie” sul lago di Garda trentino finalmente i cinque sodalizi velici che si dividono la parte più ventosa del più grande lago italiano ce l’hanno fatta. È nato il Consorzio Garda Trentino Vela, ossia la regia di ciò che gestirà per il futuro le regate veliche che si organizzeranno. Ne fanno parte Circolo Vela Torbole, Circolo Vela Arco, Lega Navale Italiana di Riva, Circolo Surf Torbole e Fraglia Vela Riva. Primo presidente è stato eletto il neopresidente della Fraglia Vela Riva Alfredo Vivaldelli, questo all’unanimità perché la Fraglia, fondata da Gabriele D’Annunzio nel lontano 1928, è il sodalizio più “anziano” di tutti. Una sorta di riconoscimento, insomma, ma che tutti i presidenti riuniti si sono trovati d’accordo nel confermare. E questa, dopo anni in cui se ne parlava ma ognuno faceva quel che voleva, è la seconda vittoria che lascia intendere come oggi sia davvero necessario aggregare le forze per dare il massimo agli ospiti che giungono sulla sponda trentina del più grande lago italiano per praticare il loro sport preferito. Ora tutto è fermo, l’emergenza sanitaria sta bloccando qualsiasi cosa e per Vivaldelli si deve capire come andare avanti. Per ora con il Meeting Optimist di Pasqua e il mondiale della stessa classe in calendario a luglio già annullati (la federazione mondiale vorrebbe farlo disputare a settembre) la stagione 2020 è in grande difficoltà. Ovviamente non solo per il sodalizio rivano ma per tutti gli altri consorziati. Sul “piatto” delle problematiche, come si sa, c’è poi la questione delle boe elettriche che dovrebbero sostituire le tradizionali usate fino ad oggi col sistema dei “corpi morti” e relative cime di ancoraggio sul fondo per mantenerle in posizione. “Dieci le abbiamo già opzionate – dice Vivaldelli – ma ne servirebbero almeno una ventina. Certo, sono costose e vanno controllate da un gommone perché, in caso di onda alta, continuano a spostarsi consumando troppa batteria. Per questo pensavamo ad un mix tra nuove e vecchie, con le cime delle vecchie diciamo che logicamente andrebbero recuperate a regata finita. Anche questo è ora sul piatto”.

La Busa Vorremmo mostrarti le notifiche per restare aggiornato sulle ultime notizie.
Rifiuta
Consenti notifiche