Per villa Angerer il Sindaco dice Stop. Ma se ne parlerà nel Consiglio Aperto del 5 dicembre

Stop. Alessandro Betta l’ha detto chiaramente: il progetto, l’accordo preliminare con la Provincia proprietaria del compendio ex Sanaclero non sarà portato avanti da questa Giunta. Ci penserà la nuova amministrazione che sarà eletta dai cittadini a maggio 2020. “Inutile convocare un Consiglio comunale aperto – ha detto il primo cittadino in Consiglio Comunale – perché ormai è chiaro che non servirebbe a nulla. Non c’è più il consenso e allora ci penseranno i futuri amministratori”.
Il vicepresidente della provincia Tonina, d’altronde, quando ha incontrato le associazioni ambientaliste nel compendio abbandonato da mezzo secolo l’aveva detto chiaramente: “O si va avanti su questa strada o tutto rimarrà come prima e la natura farà il suo corso”.
La cordata di imprenditori principalmente interessata alla ristrutturazione con in testa Eleuterio Arcese e il professor Fontana, il quale si era reso disponibile a creare un’Accademia della longevità, hanno fatto un passo indietro sebbene l’assegnazione da parte della provincia sarebbe stata fatta con un bando pubblico.
Tuttavia, l’assessore Miori ha accolto la richiesta di convocazione di un Consiglio Comunale aperto agli interventi del pubblico, che si terrà al Centro giovani di Prabi il 5 dicembre alle ore 20.
Per il vicesindaco Bresciani, invece, il problema è che il Comune deve individuare finalità pubbliche per i grandi volumi come l’ex Villa Angerer, nonostante i privati chiedano lumi sugli stessi e la Provincia, invece, possa decidere diversamente.
Di diverso avviso il consigliere di opposizione Mauro Ottobre: “Ringrazio il vicepresidente Tonina e il sindaco Betta che hanno condiviso la mia proposta di rinviare il progetto di recupero di Villa Angerer alla prossima amministrazione comunale. Non concordo, invece, con le dichiarazioni del vicesindaco Bresciani in consiglio comunale sui grandi volumi e debbo dire che se prendiamo singolarmente ogni operazione si capisce che quest’amministrazione poco ha fatto in questi anni per arrivare a un recupero dei compendi storici. È recente la proposta di affidare ad Amsa l’ex oratorio trasformandolo in un ostello/bike hotel, proposta da me assolutamente non condivisa. Pensiamo poi a Villa Elena che, a prescindere dalla destinazione d’uso, la sua ristrutturazione è d’obbligo poiché tutelata. Sono passati 5 anni e anche questa cosa non è stata fatta, come non è stato fatto un bando pubblico/privato sull’edificio ex Quisisana che poteva diventare sede del museo di Vittorio Sgarbi”.