“Bike Line” anche ad Arco: la sindaca Fiorio appoggia il progetto provinciale

Una linea tracciata sull’asfalto, un segno semplice ma dal forte valore educativo. Con il progetto “Bike Line”, la Provincia autonoma di Trento ha deciso di promuovere sicurezza e rispetto reciproco sulle strade, offrendo ai ciclisti una protezione in più soprattutto nei tratti privi di piste ciclabili.
Presentata a fine agosto a Palazzo della Provincia, l’iniziativa – rilanciata anche attraverso una campagna di comunicazione con testimonial d’eccezione come il campione del mondo Maurizio Fondriest – si propone come risposta concreta a un bisogno di convivenza in strada. Un gesto che ha anche un significato simbolico: ricordare Sara Piffer e Matteo Lorenzi, giovani promesse del ciclismo trentino scomparse tragicamente durante gli allenamenti.
Il “credo” della sindaca Fiorio
Tra gli amministratori che hanno accolto con favore il progetto c’è Arianna Fiorio, sindaca di Arco, che oggi, venerdì 5 settembre, ha condiviso il post ufficiale della Provincia e, interpellata da La Busa online, ha ribadito:
“Ritengo importante la campagna di sensibilizzazione per l’uso democratico e più sicuro delle strade, come avviene nella maggior parte dei Paesi europei.
Le Bike Line hanno un po’ questa funzione di riequilibrio: le strade non possono essere solo autocentriche.
Dove non c’è spazio per le ciclabili, o in attesa della loro realizzazione, possono risultare una soluzione di compromesso”.
Un appoggio che va oltre la dimensione simbolica, perché richiama il tema della mobilità sostenibile come sfida culturale e infrastrutturale per l’intera comunità.
La critica di Betta: “Ad Arco tutto fermo”
Ma ad Arco il dibattito sulle Bike Line non si è fermato alla condivisione del progetto provinciale. Il 30 agosto, l’ex sindaco Alessandro Betta ha lanciato un nuovo affondo via social, ripreso da La Busa online:
“Qui ad Arco – ha scritto – siamo stati tra i primi in Trentino a proporre le corsie ciclabili, tra polemiche e perplessità iniziali. Oggi sono una realtà provinciale, ed è un bene. Ma ad Arco cosa sta succedendo? Le bike lane sembrano bloccate e nel centro storico si passa addirittura ai divieti”.
Un’accusa precisa: il Comune, a suo dire, non avrebbe dato continuità alle politiche avviate in passato. “La sicurezza – ha aggiunto Betta – si costruisce con infrastrutture adeguate, segnaletica, cultura del rispetto. Non con divieti o stop a progetti già avviati”.
Una risposta indiretta
Pur senza citare direttamente l’ex sindaco, le parole di Arianna Fiorio suonano come una risposta all’attacco politico: la prima cittadina rivendica l’importanza delle Bike Line come strumento “di compromesso”, utile in attesa di realizzazioni più strutturali, e riafferma il principio di strade non più solo “autocentriche”.
Una sfida che va oltre Arco
La coincidenza tra il lancio provinciale e lo scontro politico locale riporta Arco al centro di una riflessione più ampia: quale ruolo vuole avere la città nella transizione verso una mobilità più sicura e sostenibile?
Apripista in passato con i limiti a 30 km/h e con le prime sperimentazioni di corsie ciclabili, oggi Arco sembra vivere una fase di rielaborazione del “famoso” PUMS, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, sospesa tra la volontà di continuare a innovare e le critiche di chi vede un rallentamento.
Ma la vera partita, come sottolineano sia la Provincia sia gli amministratori locali, non si gioca solo sulla segnaletica a terra. La sfida è culturale: imparare a condividere lo spazio stradale con responsabilità, trasformando le Bike Line non in una soluzione definitiva, ma in un passo concreto verso comunità più vivibili e sicure.
Nicola Filippi