Rione 2 Giugno, festa al Capitello di San Giuseppe: “Un simbolo che tiene viva la memoria”

Redazione05/05/20254min
CAPITELLO SAN GIUSEPPE GIORDANO MICHELOTTI W (2)


 

Nel cuore del Rione 2 Giugno, a Riva del Garda, si è rinnovato come ogni anno l’appuntamento con la festa dedicata a San Giuseppe Lavoratore. Un momento di fede, comunità e riflessione attorno all’unico luogo di culto del quartiere: il Capitello di San Giuseppe, fondato nel 1942 e oggi più che mai simbolo di identità e memoria collettiva.

A guidare l’iniziativa, come sempre, Giordano Michelotti, memoria storica del quartiere e promotore instancabile di questa tradizione che unisce il sacro alla cultura popolare. “Ci siamo impegnati a valorizzare l’unico luogo di culto presente qui – racconta Michelotti – perché in un quartiere così vasto ci fosse almeno un punto di riferimento, non solo religioso, ma anche culturale. Il capitello è parte della nostra storia, delle nostre radici”.

 

 

 

La celebrazione ha preso il via con una breve introduzione proprio di Michelotti, che ha voluto aprire con una curiosità: “A Riva del Garda ci sono cinque capitelli: San Rocco all’Albola, San Antonio da Padova alla Pasina, San Giovanni Nepomuceno in via Grez, la Vergine di Lourdes a San Tomaso, e naturalmente il nostro, dedicato a San Giuseppe, qui all’Ischia. Un patrimonio discreto ma prezioso, che merita rispetto e cura”.

Il Capitello di San Giuseppe fu eretto nel difficile periodo della Seconda guerra mondiale, quando molti giovani del quartiere erano in procinto di partire per il fronte. Da allora rappresenta una presenza silenziosa ma costante, un luogo di raccoglimento e memoria. Il primo importante restauro risale al 2001, con la celebrazione del Santo Rosario in collaborazione con le suore del Rione Degasperi e l’allora parroco don Elio Bragagna.

Oggi come allora, Michelotti sottolinea l’importanza di fermarsi a ricordare, in un tempo che sembra non lasciare spazio alla riflessione: “Viviamo in una società dove la fretta e la produttività sembrano avere la meglio su tutto. Eppure la memoria è ciò che ci rende comunità. Soffermarsi sul passato non è tempo perso, ma un atto necessario per non perdere noi stessi”.

La cerimonia ha visto la partecipazione della sindaca Cristina Santi e di numerosi residenti. A seguire, nel cortile del quartiere, il parroco don Dario Silvello ha celebrato la messa, complimentandosi con i presenti per la sentita partecipazione e la cura nell’organizzazione della festa.

A concludere la giornata, il commovente omaggio del coro volontario diretto dal maestro Ernesto Majorca con il canto di “Mia bela Madonina”, seguito da un rinfresco ricco di torte e dolci preparati con passione dalle donne del quartiere.
Un piccolo evento, forse, ma che ogni anno rinnova un grande valore: quello dell’identità condivisa. Come ha detto Michelotti, “Un quartiere non è un numero di persone, ma l’anima delle persone”.