Roberto Caprara, poesia di largo respiro col dialetto di Ala

Un carro pieno di sogni, “Na barósola de sogni”, quella portata ad Arco da Roberto Caprara nei giorni scorsi alla libreria Cazzaniga per “En dialèt al més”, l’iniziativa letteraria dialettale organizzata dall’associazione “Giacomo Floriani”.
Il poeta di Ala ha riassunto per il pubblico presente la sua biografia poetica, che l’ha visto scrivere non solo commedie (fra le altre “Ciàcere en cosina”, “A l’inferno no gh’è posto”, “En panìm co la bóndola”), ma anche poesie, che nel 2008 ha raccolto nel libro “Na barósola de sogni”. E proprio da questo libro Caprara ha colto numerosi versi che ben sintetizzano i temi a lui cari (Ruzada, En tochét d’amor, En sogn, Le rùe de la vita, Omeni de carta-guerra e pace). “La mia poesia – ha detto – tratta gli argomenti più diversi, andando a parlare a 360 gradi della vita quotidiana in tutti i suoi aspetti”. “La mia vocazione artistica – ha aggiunto – l’ho scoperta grazie a mio padre che aiutavo nel trascrivere le sue poesie”. E qui Alessandro Parisi, che ha moderato l’incontro, ha sorpreso il gradito ospite mostrandogli proprio alcuni libri del papà Giuseppe, quali “Vecia zima”, “Fra pianzer e cantar”, “Caro Bepim”, quest’ultimo di Elio Fox, che di Giuseppe Caprara, morto nel 1982, riporta un interessante e storicamente efficace epistolario.
Come sempre c’è stato un simpatico e vivace dialogo con gli ospiti presenti, che hanno ancora una volta evidenziato il valore del dialetto e della poesia dialettale, anche se la modernità certamente non contribuisce alla loro diffusione e conservazione.
Alla fine Roberto Caprara ha omaggiato il pubblico con alcuni suoi libri e con altri del “Gruppo Poesia 83”, di cui fa parte, nato nel 1983 a Rovereto, con primo presidente Antonio Bruschetti di Lizzana (oggi presidente è Italo Bonassi).
Dopo i rituali ringraziamenti e saluti finali Alessandro Parisi ha ricordato il prossimo appuntamento: 25 marzo presentazione del libro di Rino Bonetti “Quando al lago pescavamo il persico”.