Abete di Natale a San Pietro, il sindaco Girardi bastona i detrattori

Redazione11/12/20245min
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Di ritorno dall’emozionante viaggio a Roma per l’accensione dell’abete di Natale installato in piazza San Pietro, il sindaco di Ledro prende carta e penna e risponde per le rime a chi ha tentato di rovinare una festa che ha visto la partecipazione di tutta la Comunità.
La polemica di stampo ambientalista era stata sollevata da Lorenzo Vescovi il quale aveva messo in piedi una petizione contro l’abbattimento dell’albero, raccogliendo migliaia di firme in tutta Italia. Peccato che l’appello contenesse molte inesattezze, come la quantità di alberi che dovevano essere abbattuti nei boschi ledrensi. In verità solo uno è stato prelevato, in quanto gli altri, necessari ad addobbare le sale interne del Vaticano, sono stati acquistati in un vivaio.

 

 

“La tentazione sarebbe quella di lasciar correre – scrive il sindaco Renato Girardi – e far spegnere naturalmente i lampi di visibilità che queste persone si sono guadagnate denigrando un’iniziativa che si è svolta nel pieno rispetto dell’ambiente, ha portato oltre 600 persone in Vaticano per assistere alla cerimonia dell’accensione del nostro abete rosso e ne ha coinvolte migliaia che, tra le associazioni della vallata, delle città vicine e quelle dei comuni gemellati, hanno preparato gli addobbi. Ma l’indignazione della comunità per gli attacchi e gli insulti subiti mi è giunta forte e chiara” dice il sindaco, decidendo quindi di chiarire ogni aspetto anche per il fatto che l’ultimo Esposto degli ambientalisti è stato palesato proprio nel giorno dell’accensione dell’albero.
“L’impressione è che queste persone non sapessero letteralmente di cosa stavano parlando – prosegue Girardi – Dopo i clic alla petizione online piena di “fake news”, il giorno dell’abbattimento nei boschi non si è visto nessuno. Durante il viaggio a Roma molti trentini hanno riso vedendo le immagini del programma “Mattino cinque” dove un paio di questi attivisti hanno fornito risposte balbettanti al giornalista che chiedeva loro se preferivano che l’abete rosso di 29 metri diventasse un comodino”.

 

 

“Quell’albero – ribadisce il Sindaco – comunque destinato al taglio, è stato visto in tutto il mondo attraverso la diretta TV da Piazza San Pietro e sarà la nostra immagine globale per più di un mese. Poi tornerà in Valle di Ledro e sarà utilizzato per un concorso di scultura, divenendo dunque qualcosa di permanente e ancor più importante. Per cui sono sicuro che anche l’ultimo esposto del “club del comodino” cadrà nel vuoto. La scelta dell’albero è stata fatta nel rispetto delle norme, in accordo con il Corpo Forestale. È gravissimo che si tenti di adombrare l’ipotesi di qualche illecito. Si tratta, in questo caso sì, di voler danneggiare l’immagine dell’ente e del territorio”.
L’attenzione del Sindaco si sofferma, poi sulla diretta di “Mattino cinque” dove l’avvocato Canestrini parla “…di un albero di 200 anni (in realtà ne ha 70) e racconta di “un albero monumentale, un simbolo, un personaggio, un feticcio, un punto di riferimento per il contesto storico paesaggistico e culturale, un albero un po’ isolato, in una radura”: sembra dunque sapere con precisione di cosa parla, salvo poi ammettere di non sapere quale fosse”.
L’ultima bordata è indirizzata al promotore della campagna contro l’abbattimento dell’albero della Valle di Ledro: “Mi permetto poi di evidenziare che il signor Lorenzo Vescovi – conclude il sindaco Girardi – che si mostra con la maglietta “Io boicotto il Trentino”, in Val di Ledro affitta alloggi ai turisti. Mi astengo dal commento, che lascio al lettore. La nostra comunità non si è fatta intimidire e ha tirato dritto per la sua strada ma è rimasta profondamente offesa. I Ledrensi si sono comunque straordinari e dignitosamente superiori alle provocazioni. Cari ambientalisti, vi invito a riflettere e venirci a trovare per scoprire la nostra terra, il suo rapporto con la natura ed il bosco. Perché l’odio e le proteste per partito preso possono offendere e danneggiare le persone oneste, che sulle montagne vivono e lavorano tutto l’anno”.