Grandi carnivori: tutti uniti in nome della sicurezza

Redazione05/09/202412min
20240811 orso trentino parco spormaggiore (1)



 

​​​​​​​​​​​Un fronte saldamente unito, aldilà delle diverse sensibilità politiche, per garantire la sicurezza dei cittadini trentini nella gestione del tema dei grandi carnivori. E’ quanto emerso nel pomeriggio di martedì 3 settembre dall’incontro con i consiglieri provinciali di Trento chiesto dai rappresentanti delle amministrazioni locali in merito alla discussa questione della coesistenza dell’uomo con orsi e lupi.

Il Presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini ha chiarito la genesi dell’evento, nato da un’esigenza emersa dai territori. Oltre ai 4 sindaci nominati nel tavolo dei grandi carnivori Giacomo Redolfi (Mezzana), Michele Cereghini (Pinzolo), Alberto Perli (Andalo) e Valerio Linardi (Garniga Terme), sono intervenuti presso la sala di Rappresentanza della Regione, in presenza o da remoto, oltre 50 sindaci, 8 presidenti di comunità e 25 consiglieri provinciali.

Cicolini: quello che ci preoccupa è il numero degli orsi, chiediamo al Consiglio di unirsi su questo tema

Da questo incontro ci aspettiamo di capire quale sia il pensiero del Consiglio provinciale sul tema dei grandi carnivori, ha esordito il Presidente della Comunità val di Sole Lorenzo Cicolini che ha ammesso che le dinamiche e le priorità del suo territorio sono cambiate molto a seguito dell’aggressione mortale da parte dell’orso avvenuta nell’aprile dello scorso anno. Aldilà della formazione e dell’informazione è il numero degli orsi che ci preoccupa, ha detto, un numero in costante, allarmante aumento: vi chiediamo, aldilà delle posizioni politiche, di dare al territorio una prospettiva su questo problema. Si è poi espresso contrariamente, perché l’ha definita non praticabile visto che parliamo di una specie che in un giorno si sposta anche di 60 chilometri, verso l’ipotesi della chiusura dei sentieri. Ha chiesto infine il coordinamento di vigili del fuoco e soccorso alpino affinché si fissino regole certe per la gestione delle emergenze nelle aree interessate dalla presenza dell’orso.

Redolfi: chiedo degli strumenti di autodifesa dei cittadini

Il referente del Cal per i grandi carnivori e sindaco di Mezzana Giacomo Redolfi ha ricordato che l’obiettivo dell’incontro odierno è quello di riportare le esigenze e le sensazioni delle comunità locali rispetto al tema dei grandi carnivori. Se il nostro futuro sarà insieme all’orso occorre costruire una convivenza, non una coesistenza e dunque avere sistemi di vita e di intervento che non comportino un conflitto. In questa prospettiva chiedo degli strumenti di autodifesa dei cittadini, che rispondano al loro bisogno di sicurezza, ha chiarito. Noi non scenderemo dalla montagna, ma abbiamo bisogno di viverla in sicurezza e mi auguro che il Consiglio provinciale sappia fare squadra con tutti gli attori coinvolti e restituisca sicurezza e libertà ai cittadini.

Failoni: sinergia fra territori per la sicurezza

Per Roberto Failoni, assessore provinciale alle foreste con delega ai grandi carnivori, l’ascolto dei rappresentanti istituzionali del territorio è quantomai fondamentale. L’assessore ha ricordato il confronto avviato già a fine 2023 e proseguito fino ad oggi in particolare nei territori interessati dalla presenza dell’orso, ma anche del lupo. Failoni ha ringraziato gli amministratori locali per l’onestà intellettuale dimostrata anche rispetto al grande lavoro di gestione e monitoraggio promosso dal Corpo forestale trentino, che ha un’esperienza di oltre 25 anni nella gestione dei plantigradi: fare squadra è importante e dobbiamo continuare a farlo. L’assessore alle foreste ha parlato dunque del Piano di sostituzione dei cassonetti nel Trentino occidentale, per rendere il sistema di raccolta a prova di orso: un sistema rispetto al quale le Amministrazioni locali hanno dimostrato grande interesse, tanto che la Provincia autonoma di Trento ha assegnato tutte le risorse messe a disposizione nel 2024. Per quanto riguarda il monitoraggio, Failoni ha ricordato come tre trappole a tubo siano state posizionate sul territorio per la cattura di esemplari confidenti per munirli di radiocollare. La priorità dell’Amministrazione provinciale – ha aggiunto Failoni – è di garantire la sicurezza delle persone, impiegando ogni strumento a disposizione (a partire dalla legge provinciale che oggi consente l’abbattimento di 8 esemplari problematici all’anno). Per questo motivo, fondamentale è la sinergia con la Provincia autonoma di Bolzano e le Regioni Veneto e Lombardia – in cui alcuni esemplari sono presenti – anche per sensibilizzare rispetto a questa tematica sia il Governo nazionale sia la Commissione europea. Il primo obiettivo da raggiungere sarà quello di consentire l’utilizzo dello spray anti-orso a forze dell’ordine, custodi forestali, operatori della Protezione civile ed a chi lavora nell’ambiente boschivo, per arrivare all’estensione a tutti. Lo spray è infatti uno strumento di dissuasione che ha dimostrato la propria efficacia nel 97% dei casi.

Relazioni tecniche: il quadro delle competenze, l’applicazione delle deroghe e l’indagine demoscopica sul progetto Life Ursus

A seguire alcuni interventi hanno contestualizzato la materia dal punto di vista tecnico, ripercorrendo sinteticamente quanto già emerso nel corso della conferenza d’informazione sui grandi carnivori.

Valeria Placidi, dirigente generale del dipartimento affari istituzionali, ha svolto una relazione illustrando gli interventi del legislatore sul tema, distinguendo le competenze sul piano europeo, nazionale e provinciale. In particolare si è soffermata sull’intervento legislativo del 2023, che ha sollevato contestazioni da parte statale ed ha ricordato la successiva modifica con l’introduzione del numero di orsi abbattibili nel corso di un anno, numero definito idoneo a non pregiudicare la conservazione della specie. Il legislatore provinciale, ha aggiunto, si muove tra incertezze legate alla legge nazionale e all’interpretazione della Corte di giustizia della direttiva habitat e agli sviluppi del diritto europeo e nazionale.

Alessandro Brugnoli dirigente del Servizio faunistico, ha parlato delle fattispecie di applicazione delle deroghe e delle potestà in capo alla Provincia e ha introdotto il collega Claudio Groff, coordinatore del settore Grandi carnivori, che ha illustrato gli elementi di un’indagine demoscopica sul progetto Life Ursus, svolgendo una comparazione per comprendere il trend che fa emergere un netto incremento degli atteggiamenti negativi rispetto alla presenza dei grandi carnivori sul territorio trentino.

Il dibattito

Questa non è una visita di cortesia, ha esordito Martin Slaifer Ziller, presidente della Comunità Valle di Non che ha manifestato la preoccupazione dei piccoli territori per la sicurezza. Ha espresso vicinanza al presidente Fugatti che sta combattendo per la sicurezza osservando come sia intollerabile che sia sotto la lente della magistratura per questo. Ha suggerito di unirsi all’Alto Adige, anche interessando la Commissione dei 12, per affrontare il tema, senza scaricare la colpa sul presidente o sulla Giunta provinciale perché qui dentro siamo/siete tutti responsabili. Ha infine espresso la contrarietà rispetto alla possibile incorporazione dei custodi forestali nel corpo forestale.

Sono intervenuti anche il sindaco di Tione Eugenio Antolini e il sindaco di Vermiglio Michele Bertolini, che hanno chiesto maggiori informazioni sulla proposta di legge presso la camera sull’autorizzazione all’utilizzo dello spray, sulla riduzione del numero degli orsi e sugli interventi sugli orsi confidenti e problematici.

Paolo Zanella (PD) ha ringraziato per l’incontro e ha ammesso la problematicità del tema. Sui grandi carnivori, con le dovute sfumature, la contrapposizione tra le forze politiche non appare esserci, piuttosto la conflittualità è con chi sta fuori dal Trentino, ha dichiarato. Le regole e gli strumenti ci sono tutte nel Pacobace, il problema è la gestione, con lo spettro delle impugnative delle ordinanze. La responsabilità del Consiglio è però quella di legiferare, ha sottolineato: se serve un atto di appoggio e di forza su queste questioni io credo che il Consiglio ci sia i maniera unitaria, ha detto.

Il consigliere Walter Kaswalder (Patt) ha ricordato la situazione drammatica degli allevatori trentini alle prese con questo tema delicato. La Giunta sta facendo il possibile, ma abbiamo le mani legate, ha osservato, paventando l’ipotesi che i cittadini “si arrangino da soli”.

La consigliera Eleonora Angeli (Lista Fugatti), intervenuta da remoto, ha definito questo un tema trasversale e che riguarda l’intero territorio trentino. Ha apprezzato la proposta di coinvolgere la Commissione dei 12 sull’argomento e ha dichiarato la disponibilità ad affrontare il problema con l’Alto Adige e anche con Bruxelles.

L’onorevole Sara Ferrari (PD) è intervenuta per precisare che lo scorso anno è stata bocciata dal Parlamento una proposta di emendamento di maggioranza al bilancio, che prevedeva l’introduzione dello spray antiorso. Questo è accaduto perché in sede romana c’è trasversalmente ai partiti una scarsissima consapevolezza sulla nostra situazione, ha chiarito. Nella legge omnibus che verrà discussa al Senato prossimamente ci sarà un nuovo emendamento dell’onorevole Vanessa Cattoi che ripropone questa estensione. Noi ci siamo, seppure non siamo in maggioranza, ha dichiarato.

La consigliera Maria Bosin (Patt) ha riferito l’angoscia di non poter dare risposta ai cittadini sopratutto quando si parla di sicurezza. In qualità di componente della Commissione dei 12, se ci fossero possibilità di incidere, da parte mia ci sarebbe sicuramente il supporto, ha dichiarato.

Carlo Daldoss (Fratelli d’Italia) ha ricordato che la legge approvata nello scorso febbraio prevedeva il contenimento della popolazione ursina, ampiamente condivisa dall’intero Consiglio. Come arrivarci è la vera questione da affrontare: forse serve una forte provocazione a livello nazionale, ha suggerito, per fare in modo che questo tema esca dal nostro piccolo contesto.

Vanessa Masè (Civica) ha rappresentato il fatto che tutto il Consiglio stia andando nella stessa direzione. Abbiamo una responsabilità istituzionale nel rapportarci su questo tema, ha proseguito, un tema che viviamo insieme a voi in maniera unitaria: non ci manca la determinazione, ci mancano gli strumenti, ha detto, dichiarando di non essere per il “fai da te”, quanto piuttosto per percorrere insieme vie istituzionali chiare e precise

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