Alzheimer, prevenire è possibile

Redazione04/09/20242min
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È possibile prevenire la demenza di Alzheimer e le altre forme di questo disturbo? Dalle ricerche in campo internazionale di questi ultimi anni pare che la risposta sia sì, in particolare se si interviene precocemente su alcuni fattori di rischio modificabili, più di un terzo dei casi di malattia potrebbe essere ridotto o comunque ritardato nell’esordio. Uno degli obiettivi del Piano provinciale demenze è proprio la prevenzione: all’Alzheimer Fest di Levico Terme, che si terrà il 14 e il 15 settembre, si affronterà anche questo tema per capire come è possibile prevenire le condizioni di demenza, con spazi di approfondimento gestiti dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari e la presentazione di due importanti iniziative, Spazio Argento, presidio attivo in ogni Comunità di Valle, e il progetto delle scuole Amici delle persone con demenza.
Studi internazionali stanno dimostrando che è possibile evitare o ritardare l’insorgere della demenza, limitando i cosiddetti fattori di rischio, ovvero le condizioni che possono facilitare la comparsa della malattia, anche se non sono la causa principale. Tra i fattori di rischio ve ne sono alcuni non modificabili, legati ad esempio a base genetica, altri modificabili perché appunto condizionati dallo stile di vita. Intervenire sui fattori di rischio modificabili prima dell’età senile, ancor meglio nella giovane età, può contribuire a ridurre significativamente l’insorgenza della malattia.
Altro tassello della kermesse sarà l’attività di prevenzione nelle scuole: in particolare una tavola rotonda in programma domenica 15 settembre alle ore 14, che illustrerà il progetto scuola Amici delle persone con demenza. Sarà proiettato anche il cortometraggio realizzato con gli studenti e le studentesse dell’Istituto Don Milani di Rovereto.
All’Alzheimer Fest sono infine proposte diverse attività di movimento, come biciclettate, passeggiate, yoga, ginnastica dolce, iniziative che sono promosse anche all’interno dei piani triennali delle comunità amiche delle persone con demenza, proprio perché l’inattività fisica è un altro fattore di rischio.

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