I boschi del Trentino per la sfida climatica nei territori dell’Arge Alp

Redazione14/07/20243min
INCONTRO BOSCO VAIA (2)



 

Innalzamento della temperatura, periodi di siccità ed eventi meteorologici estremi come la tempesta Vaia del 2018 hanno un forte impatto sui boschi, con conseguenze a volte fatali per la loro funzione protettiva. Per questo è importante gestire le risorse boschive in un’ottica di lungo termine, assicurando l’arricchimento e la diversità forestale con specie arboree miste e strutture articolate dei boschi: di questo si occupa il progetto “Specie arboree clima-intelligenti per i boschi sul territorio Arge Alp”, che ha costruito una rete di confronto periodico di esperienze per intensificare la collaborazione e lo scambio di conoscenze all’interno delle regioni che fanno parte della Comunità di lavoro. In questo contesto si è svolto in Trentino un incontro tra i referenti tecnici forestali delle regioni che fanno parte dell’Arge Alp, con una visita al vivaio forestale del Casteller e un’escursione in quota nell’area tra Ceramonte e Bedolpian nel Pinetano.

I dati storicamente misurati in Trentino mostrano con piena evidenza – al pari di quanto accade su tutte le Alpi – un significativo riscaldamento dell’aria negli ultimi decenni con conseguente riduzione delle nevicate a quote medio-basse. Oltre alle alterazioni climatiche, si consideri che la tempesta Vaia ha causato danni su circa 20 mila ettari di foreste in Trentino, per oltre 4 milioni di metri cubi di legname interessato dagli schianti, tra abete rosso, larice e pino silvestre. Allo stato attuale parte dell’area visitata dagli esperti dell’Arge Alp si presenta apparentemente priva di copertura forestale, proprio a seguito della tempesta Vaia. Ad una attenta analisi si nota però una promettente rinnovazione naturale localizzata. Il gruppo si è interrogato sull’opportunità di aumentare la diversità delle specie arboree in modo guidato e sull’adeguatezza delle specie al cambiamento climatico. La tempesta Vaia, oltre ad aver generato ingenti danni alla foresta e aver impattato su molte aree per l’utilizzo dei grandi mezzi nella fase di esbosco post evento, in alcuni casi ha rappresentato un’opportunità per ripristinare antiche aree aperte a prato o pascolo. Un altro aspetto sul quale si sono confrontati gli esperti riguarda il ruolo della fauna sull’evoluzione naturale del bosco e sulla sua gestione, considerando che il bosco soffre della pressione dovuta all’eccessiva presenza degli ungulati (cervi e caprioli in primis). Sono state quindi valutate le strategie di prelievo venatorio a intensità differenziata durante il periodo di rinnovamento del bosco, tenendo conto della conservazione della popolazione animale.

Infine il progetto ha posto le basi per il suo sviluppo dei prossimi anni: l’integrazione delle nuove tecnologie informatiche e l’applicazione dell’intelligenza artificiale nella gestione vivaistica e forestale per la previsione dei cambiamenti e dei possibili disturbi a supporto della gestione dei boschi.

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