Orsa con tre cuccioli a Varignano d’Arco, ecco il video. E cresce la paura

Nicola Filippi27/06/20246min



 

Alle ore 5 e 13 di mercoledì 26 giugno una fototrappola ha immortalato una mamma orsa con tre cuccioli all’interno di un giardino privato, poco sopra l’abitato di Varignano d’Arco. Il video ha fatto presto il giro dei social creando preoccupazione nella frazione arcense. Perché il grande carnivoro si sta spingendo sempre più in basso, a pochi metri dalle abitazioni. L’ultima apparizione dell’orso era stata vissuta in diretta da Stefano Businaro, all’interno del giardino di casa Marchi, fra i boschi di Mandrea. Quella volta, l’esemplare era solo e aveva ripulito la pianta di ciliegie. Poi si era allontanato nel bosco, in silenzio come era arrivato. Oggi invece la situazione è ben diversa, perché il plantigrado si muove a pochi metri dal paese. Non risultano danni a cose o persone, ma la preoccupazione sale alle stelle.
“La Busa” ha chiesto quindi al sindaco di Arco, Alessandro Betta, un intervento per capire la situazione. “Oggi è quasi un tabù parlare di orso, perché rischi di essere attaccato per quello che dici – risponde il sindaco Betta – ma io mi auguro che il corpo forestale intervenga quanto prima e si adoperi per far sì che l’orsa e i suoi cuccioli se ne vadano, perché ormai sono arrivati tropo vicini all’abitato. Ma sul tema dei grandi carnivori dobbiamo fare un ragionamento, non prendere la gente di pancia. L’orso è al vertice della catena alimentare del bosco e deve essere gestito meglio”.
Sindaco Betta, ci può spiegare meglio cosa intende?
“Ogni volta che si affronta il tema orso si crea tensione, ma ora ci deve essere un approccio meno emotivo, non bisogna andare alla pancia della gente. Come il micro-morso della zecca o il morso della vipera hanno una loro potenziale pericolosità e purtroppo in passato sono anche morte persone, io so che andare in montagna ha un suo potenziale di pericolosità. Ma è evidente che però la presenza dell’orso cambia le cose”.
Lei va ancora in montagna?
“L’idea di andare nel bosco tranquillamente non mi spaventa. Ma io in montagna non vado più a correre, è diventato molto pericoloso perché se finisci addosso o nei paraggi dell’orso è molto pericoloso. Sappiamo tutti cosa può succedere e la tragedia di Papi ce lo ricorda ogni giorno”.
È preoccupato per quello che ha visto nel nuovo video?
“La femmina con i tre cuccioli è arrivata a ridosso delle abitazioni, a pochi passi dal centro del paese e questa rappresenta un grosso fattore di rischio. Parlarne non deve essere un tabù. La gente deve essere informata. La presenza dell’orso, ambientalmente parlando, è un fattore di rischio molto elevato”.
Cosa ne pensa della gestione del progetto “Life Ursus”?
“Come critica, mi sento anche dire che oggi non è una gestione corretta. Il progetto è partito e ha dimostrato la sua efficacia, con un gruppo di studiosi ed esperti, poi hanno tagliato i fondi e si è perso tutto. Ora il progetto è senza coda e ogni giorno si vedono i risultati. All’università mi sono laureato in ingegneria con una tesi di ecologia forestale e ho avuto modo di far parte di un gruppo di lavoro, nel quale c’era anche Filippo Zibordi (dottore in Scienze Naturali che ha lavorato per 13 anni al Parco Naturale Adamello Brenta nell’ambito del progetto di reintroduzione dell’orso in Trentino e autore del libro “L’uomo e l’orso possono convivere?” con la prefazione di Emanuele Biggi, naturalista e divulgatore scientifico nella trasmissione Geo&Wild su Rai3, ndr). Io non ho una posizione a favore o contro la presenza dell’orso. Voglio fare un’analisi oggettiva, è inutile dire che non c’è un elemento di pericolosità. Inoltre correre in montagna è un fattore di modernità, una volta si correva dietro agli animali per mangiarli”.
Manca razionalità sul tema?
“Quando entri in rapporti con la natura cambiano molti fattori. Io faccio sempre l’esempio della slogatura di caviglia: se succede in città puoi arrivare in pronto soccorso anche da solo, se succede in montagna rischi che ti vengano a prendere in elicottero. La montagna ormai è antropizzata e la reintroduzione dell’orso ha un suo fattore di pericolosità. L’unico paese in Europa dove ha una corretta gestione dell’orso è la Slovenia, che ha creato una riserva di caccia reale, in tutti gli altri luoghi lo hanno allontanato, mentre la Slovenia lo ha gestito e conservato. La presenza dell’orso cambia il rapporto uomo-bosco. Quell’orsa lì, con tre cuccioli è bella da vedersi, ma è un elemento che ha un suo fattore di rischio. Io mi auguro che il corpo forestale intervenga e faccia sì che l’orsa e i suoi cuccioli se ne vadano, perché ormai siamo vicini all’abitato”.

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