Quasi tre milioni per nuovi quadri di Segantini, minoranze all’attacco
“Non c’è proporzione fra gli investimenti in cultura e quelli per il sociale”: così ha parlato in aula la consigliera di minoranza, Arianna Fiorio (Civica Olivaia), intervenendo a proposito dei 2.9 milioni di euro inseriti dalla giunta Betta nella corposa variazione di bilancio (da 7 milioni e mezzo di euro) per l’acquisto di una o più opere dell’artista arcense Giovanni Segantini. Sulla vicenda, le consigliere di Civica Olivaia, Chiara Parisi e Arianna Fiorio, avevano presentato una interrogazione, il 19 aprile 2024. Alla quale, il 21 maggio scorso, lo stesso primo cittadino Alessandro Betta, e l’assessore alla cultura, Guido Trebo, hanno risposto così: “L’obiettivo, ereditato peraltro da una lungimirante politica culturale iniziata nel 1999 e consolidatasi dopo il 2008, è quello di offrire ad Arco un luogo di studio e approfondimento dell’opera di Segantini, cittadino illustre di Arco e uno dei pittori di riferimento per la storia dell’arte del secondo Ottocento, che riteniamo qualificante per la Città ed importante per la sua stessa identità culturale”… “Non si ritiene peraltro che i capitoli destinati al sociale siano sottofinanziati e un esame del bilancio lo può confermare – non da ultimo che la competenza per detti servizi non è solo comunale (come accade invece per la cultura) – si legge ancora nel documento di risposta – Si desidera inoltre ribadire che le attività culturali proposte trovano un pubblico affezionato proprio nei concittadini che hanno raggiunto la terza età e negli studenti. Quindi risponde esattamente ad una esigenza e aspettativa propria di queste categorie sociali: siamo già, e con un discreto successo, una azione qualitativamente pregiata a sostegno di un invecchiamento attivo e di una formazione scolastica di qualità”.
Questi concetti sono stati ribaditi, con altri concetti, in aula, dall’assessore alla cultura, Guido Trebo, che ha parlato anche dell’importanza della diversificazione degli investimenti finanziari, anche in chiave di richiamo turistico. Aumentando il numero di quadri di Segantini, ha precisato l’assessore Trebo, grazie anche alla preparazione del curatore Niccolò D’Agati, la galleria d’arte a Palazzo Panni potrà restare aperta tutto l’anno, diventando così autosufficiente, con la possibilità di programmare eventi di richiamo per tutta la collettività. Ma sul punto sono arrivate le critiche di Stefano Tamburini (SiAmo Arco) e Arianna Fiorio (Civica Olivaia) che hanno fatto notare l’eccessivo impegno di spesa per l’acquisto dei quadri, rimarcando la mancanza di un progetto organico di sviluppo della galleria Segantini. Chiara Parisi (Civica Olivaia) ha giustificato la sua contrarietà all’investimento ricordando invece “i problemi di carattere sociale che vivono i nostri concittadini”. Polemico anche Stefano Bresciani (Patt) che ha fotografato l’iniziativa come spot elettorale, richiamando invece la stessa giunta a fare investimenti più modesti e mirati, soprattutto al decoro urbano: “Tutto sembra abbandonato a se stesso”, ha concluso Bresciani.