Coop Valli del Sarca-La Trentina, a Pietramurata stop al confezionamento delle mele

Nicola Filippi25/05/20242min
COOPERATIVA VALLI DEL SARCA



 

A Pietramurata, i macchinari della sala di lavorazione, calibratura e confezionamento delle mele, all’interno dello stabilimento “Valli del Sarca Scarl – La Trentina”, la prossima estate non saranno messi in funzione. Una decisione legata a scelte strategiche e alla riorganizzazione ed accentramento della lavorazione negli stabilimenti di Aldeno e Caldonazzo, spiegano da Apot (Associazione di Organizzazioni di Produttori). La sala di confezionamento delle mele non più in funzione da settimane nello stabilimento di Pietramurata, ma restano invece accese le celle frigo che impegneranno due o tre addetti. Per i frutticoltori locali non cambia nulla, perché durante la stagione – assicurano sempre da Apot – sarà sempre possibile conferire le mele raccolte nell’Alto Garda. La fase successiva, invece, quella della lavorazione e confezionamento, sarà effettuata negli stabilimenti di Aldeno e Caldonazzo che hanno impianti più moderni.
Sul fronte occupazionale, in netta prevalenza donne, alle lavoratrici storiche sarà mantenuto il posto di lavoro, ma dovranno sorbirsi la trasferta quotidiana negli stabilimenti di Aldeno o Caldonazzo. Da definire invece la posizione e l’eventuale assunzione di addetti stagionali in loco.
Nulla cambia invece per quanto riguarda susine e kiwi che invece continueranno ad essere conferiti e confezionati nello stabilimento di viale Daino.
Per capire meglio il futuro della sala di lavorazione delle mele di Pietramurata si dovrà attendere il prossimo consiglio di amministrazione de “La Trentina” che ragionerà sull’intero comparto mele e sui livelli occupazionali.
Sul tema la consigliera provinciale Pd, Michela Calzà, insieme al capogruppo Alessio Manica, a fine marzo scorso, aveva presentato un’interrogazione in Provincia, preoccupata per il destino sia dei lavoratori sia dell’intero stabilimento. “Ci auguriamo che, in accordo con i rappresentanti sindacali e di categoria, il nuovo consorzio assicuri la certa ricollocazione lavorativa di 45 donne lavorarci, garantendo conciliazione familiare e capacità salariale per coprire le spese di trasferta, o in alternativa corsi di formazione e riqualificazione».

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