Ciclovia, Fugatti al Consiglio Comunale di Riva: “Valore aggiunto per il Trentino”
“La Ciclovia del Garda sarà un valore aggiunto e un punto di attrattività per l’intero Trentino”. Parole del presidente della giunta provinciale, Maurizio Fugatti, che martedì 26 marzo è sceso a Riva del Garda per partecipare, assieme ai tecnici, alla seduta straordinaria richiesta dalle opposizioni a seguito della frana dell’8 marzo che si è staccata dalle pendici della Rocchetta. Una seduta “tecnica”, molto partecipata e animata, durante la quale il commissario straordinario Francesco Misdaris, il dirigente generale del Dipartimento Infrastrutture Luciano Martorano e il sostituto direttore dell’Ufficio Infrastrutture ciclopedonali Sergio Deromedis, nonché il geologo Claudio Valle, hanno snocciolato tutti i dettagli del progetto, inserito all’interno di un protocollo nazionale, che mira a sviluppare a potenziare negli anni a venire quattro assi portanti: la valenza turistica, l’aspetto del ciclismo sportivo, la mobilità sostenibile e soprattutto la multi-mobilità (ossia i collegamenti con le stazioni degli autobus, dei treni, dei battelli e degli aeroporti). Un’opera strategica, ad alto tasso ambientale, che – in linea teorica – potrà togliere dalle strade 8mila tonnellate di anidride carbonica (CO2).
Prima dell’avvio della seduta consiliare i gruppi ambientalisti locali, all’esterno della Rocca, hanno distribuito volantini, per spiegare “quanto sia importante cambiare idea sul progetto – si legge – come il territorio non abbia bisogno di questa opera cicloturistica che presenta svariate sfide ingegneristiche” e che causerà “danni e costi elevatissimi”, puntando invece sulle alternative, quali battelli elettrici (idea valutata, ma bocciata sul nascere dagli stessi tecnici provinciali per i costi improponibili, solo per creare le infrastrutture di ricarica dei battelli, oltre alla spesa dell’acquisto dei battelli).
Di un confronto costruttivo ed utile ha parlato il presidente Fugatti, il quale ha ricordato come la Ciclovia risponda a una richiesta dal territorio, avanzata nella primavera del 2019, dopo la realizzazione del tratto di Limone: “In quella data, durante l’incontro con gli amministratori locali ci assumemmo la responsabilità politica di portare avanti l’opera”. Il governatore ha quindi concluso il suo intervento ribadendo la disponibilità ad ascoltare per “capire come eventualmente migliorare il percorso”.
Dopo l’introduzione del presidente del Consiglio comunale, Salvatore Mamone, i tecnici provinciali e il geologo Valle sono entrati nel dettaglio del progetto, illustrando in particolare la necessità di realizzare in via prioritaria l’unità funzionale 3.1, ovvero il tratto di collegamento con Limone, che dal 2018 ad oggi conta circa 2 milioni di passaggi. Il geologo Valle ha spiegato in particolare gli approfondimenti geologici, infrastrutturali e ingegneristici condotti sulle varie sezioni dell’opera, che sono iniziati da alcuni anni, nonché le opere difensive già realizzate. “Nei tre tratti, U.F. 1, 2 e 3, a fronte delle differenze dei tracciati e della roccia, sono state adattate diverse soluzioni, ovvero ogni tratto è stato studiato accuratamente e si è cercato di adattare soluzioni caratterizzate dalla massima sostenibilità”, ha commentato Claudio Valle.
Il dirigente generale Martorano ha quindi evidenziato come la realizzazione delle diverse unità funzionali della Ciclovia vedrà la conseguente realizzazione di barriere paramassi che a loro volta “andranno a migliorare la sicurezza della SS 45 bis”, mentre il commissario Misdaris ha spiegato come per l’unità funzionale 3 siano al vaglio soluzioni per affiancare alcuni tratti al sedime stradale al fine di “limitare, per quanto possibile, i tratti a sbalzo con copertura”. Infine il direttore Deromedis ha concluso ricordando i costi unitari di manutenzione dell’opera stimati in “8.000-8.500 euro all’anno a chilometro, a fronte di un indotto per l’Alto Garda generato dal cicloturismo di una settantina di milioni di euro all’anno, in base a dati di uno studio del 2009, attualmente in fase di aggiornamento”.
Per completare l’anello di collegamento fra il Trentino e le Regioni Veneto e Lombardia serviranno 61,7 milioni di euro, che diventano 69 milioni se si aggiungono anche le parti già completate. A questi, inoltre, vanno aggiunti altri 4,1 milioni (UF 18) e 3,9 milioni (UF 19). Secondo lo stato dell’arte, la parte ovest dei lavori sarà conclusa entro il 2026.