Carenza di personale nei ristoranti? “Coccolare” i dipendenti con salari adeguati e benessere

Redazione27/03/20243min
LA CASINA - CHEF GIADA MIORI - DRENA 2
LA CASINA - CHEF GIADA MIORI - DRENA - LA TERRAZZA DE LA CASINA IN PRIMAVERA
LA CASINA - CHEF GIADA MIORI - DRENA - GIADA RACCOGLIE LE VERDURE NELL_ORTO
LA CASINA - CHEF GIADA MIORI - DRENA - AZIENDA AGRICOLA ZANETTI. - GIADA E SEBASTIANO MIORI 2
CASINA DRENA FORMAZIONE FORAGING 2.JPEG



 

Garantire salari adeguati, benessere e crescita personale e professionale sono i temi cruciali su cui puntare per far tornare appetibile il settore della ristorazione e mantenere un team solido e affiatato: Sono gli obiettivi che si sono posti i titolari del ristorante “La Casina” di Drena.
Una spiegazione reale alla carenza di camerieri, cuochi, lavapiatti e addetti alle pulizie non è stata ancora data, ma è evidente che dopo un lungo periodo in cui la domanda di lavoro superava nettamente l’offerta, adesso la situazione è invertita: in pochi scelgono di dedicarsi al settore ristorativo e, sempre meno, lo scelgono per passione e desiderio di realizzazione personale e professionale.
“Il punto non è il salario – sottolineano i fratelli Giada e Sebastiano Miori, proprietari del ristorante – ma garantire il benessere dei dipendenti. I lavoratori cercano condizioni di vita migliori e la possibilità di crescere”.
Il ristorante “la Casina” ha cercato di declinare le “condizioni di vita migliori” seguendo un approccio famigliare, ma che strizza anche l’occhio al welfare organizzato delle aziende più strutturate, le quali, sempre di più, adottano piani di sviluppo ben organizzati. Nel tempo, tali miglioramenti hanno contribuito a instaurare una notevole fedeltà lavorativa: su un totale di 7 dipendenti, la metà ha avuto l’opportunità di crescere professionalmente e si sta osservando un progressivo prolungarsi della loro permanenza.
“Non tutti hanno le stesse esigenze – ammette Sebastiano Miori – C’è ancora chi desidera semplicemente guadagnare di più, ma per la maggior parte ormai è una questione di qualità della vita e della possibilità di non dover rinunciare alla propria sfera personale, tra famiglia e svago”.
“Da anni stiamo investendo su un sistema di piano di accumulo di fondi interprofessionali – prosegue la chef – riuscendo a garantire programmi formativi collettivi e individuali retribuiti. Quest’anno, oltre ad un corso per migliorare le competenze di sala e cucina, abbiamo programmato un percorso di foraging per imparare a sfruttare le risorse naturali che circondano la nostra casa, tra selvatiche e alimurgiche dell’Alto Garda, e un corso di Mountain Mixology per creare e proporre una lista di cocktail ispirati anch’essi alle prelibatezze che troviamo nel castagneto dietro casa”.
I fratelli Miori hanno cercato di declinare le “condizioni di vita migliori” parlando con ogni collaboratore e ragionando un orario ritagliato su misura e cercando, non solo di incastrare le diverse esigenze, ma anche di riadattare gli orari del ristorante e la proposta gastronomica alla presenza del personale.