Pinch point di Arco, per la Segreteria comunale sono regolari
Nuovo capitolo nella vicenda che infiamma da mesi la città di Arco, dedicata ai pinch point, quelle piccole aiuole “calma traffico” collocate in via Capitelli, Negrelli, via della Fossa e via Verdi. Di fronte alla richiesta di procedere con un’istanza di autotutela per l’annullamento delle due ordinanze comunali che hanno portato alla collocazione dei rallentatori del traffico, presentata l’8 marzo scorso dai consiglieri di opposizione Bresciani (Patt), Pallaoro (Lega Nord Trentino) e Tamburini (SiAmo Arco), ora è arrivata la risposta del segretario generale del Comune di Arco, Giorgio Osele. L’alto funzionario rimanda al mittente ogni richiesta e pone il sigillo sulla contestata ordinanza del 29 dicembre, definita “transitoria”, superata successivamente da quella definitiva del 22 febbraio scorso, ossia quella che ha sancito la collocazione definitiva dei vari pinch point e l’istituzione del senso unico alternato, proprio “in ragione – si legge nella risposta – del posizionamento definitivo, sulle strade interessate, delle aiuole”.
Per i tre consiglieri d’opposizione l’iter di autorizzazioni che aveva portato all’istituzione dei famigerati pinch point non sarebbe corretto, tanto che ora annunciano il prossimo ricorso alle autorità competenti, quali il Consiglio di Stato e la Procura della Repubblica. Nella sua risposta il segretario Osele parla infatti di “diversità di visioni” sull’argomento, mentre per Bresciani, Pallaoro e Tamburini si tratta di provvedimenti sbagliati. Per Osele invece “va considerato come gli interventi di moderazione del traffico rispondano all’esigenza di sollecitare il rispetto del limite imposto di velocità dei 30 chilometri all’ora e che l’esperienza – di altri contesti urbani – ha mostrato essere in grado di consentire una coesistenza più armonica fra i diversi utenti della strada, nell’ottica di un riequilibrio dell’uso dello spazio urbano, oggi sbilanciato a favore degli autoveicoli”. Per questi motivi, conclude il segretario Osele, l’istanza dei tre consiglieri d’opposizione non può essere accolta. Ma la storia dei pinch point non si chiude qui. Come la petizione online da parte del comitato spontaneo, che ha già raggiunto e superato le 2 mila firme.