Addio Imerio Bommartini, grande artigiano con le moto nel cuore

Claudio Chiarani26/07/20233min
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IMERIO BOMMARTINI (1)

 

Si svolgeranno giovedì 27 agosto in Collegiata ad Arco le esequie di Imerio Bommartini, nato a Malcesine il 15 maggio del 1935, artigiano tornitore con la grandissima passione per le motociclette d’epoca, strappato all’affetto dei figli Luciano e Tiziano, a quello dei nipoti ma anche a quello dei tanti che l’hanno conosciuto in vita per le sue indubbie qualità umane e professionali. Imerio se n’è andato in fretta a causa di una brutta malattia, di quelle che arrivano e ti portano via da tutto in un batter d’ali.
Dopo aver ottenuto il diploma di artigiano tornitore, Imerio va ad imparare il mestiere nell’officina di Guido Strobl di Riva del Garda dove lo adocchia Gino Sembenini, papà del compianto Luciano, che in lui intuisce le ottime qualità di meccanico per la sua concessionaria che nel dopoguerra sta lentamente crescendo sul mercato rivano. E sono le Moto Morini la sua passione, tanto che Imerio dedicherà sempre gran parte della sua vita al prestigioso marchio oggi non più italiano.
Una breve esperienza nella concessionaria Manco, poi l’apertura della sua officina di casa, con i figli piccoli da tirar su dopo esser rimasto vedovo. Poi nel 2003 l’apertura del nuovo negozio con annessa officina al centro Omega di Arco dove, seppur ritiratosi per lasciare ai due figli piena autonomia, andava sempre a dare una mano, un’occhiata, sporcandosi le mani di grasso, olio e benzina. Già presidente del Moto Club Benacense a metà anni ’70, passato al Moto Club Arco, Imerio occupò la presidenza sotto la quale, nel 1987, si svolse il primo campionato del mondo di motocross nel 1987. Lui, alla cassa a strappar biglietti, rispose al presidente della Federazione Motociclistica che è così che si fa, non si sta solo a guardare perché si è presidenti. In quell’anno perse la moglie Ines Bonora che rimase per sempre il suo unico amore, condiviso con gli altri di sempre: le motociclette Morini, il ciclismo e il tifo per il grande Torino. Imerio ha passato 63 anni in sella alle sue amate due ruote, un record forse condiviso con l’amico scomparso Nino Castellani, al quale prestò fa la Laverda 350 per fare la Milano-Taranto, gara che il “Nino” vinse da corridore motociclista qual era. Storie di un tempo che passa inesorabile e toglie a chi rimane i protagonisti delle più belle avventure di un secolo iniziato da poco, ma che quei protagonisti nel vecchio appena chiuso, avevano iniziato e reso oggi grandi con le loro imprese.

(nella foto da solo è con due moto Morini da lui restaurate, l’altra è scattata nel 2014 con l’ultima Laverda 350, la numero 96, assieme all’amico Nino Castellani e altri collaboratori dell’officina)

 

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