Scavi sul Doss Penede di Nago, trovata un’antica moneta
La quinta campagna di scavi iniziata poche settimane fa dalla Soprintendenza dei Beni culturali trentina e diretta dal professor Emanuele Vaccaro ai piedi di Castel Penede, sull’omonimo dosso che ne porta il nome si sta rivelando sempre più “ricca”. Gli studenti del corso universitario nei giorni scorsi hanno estratto da un piano pavimentale una moneta sulla quale appare l’effige dell’imperatore Caligola, moneta risalente all’epoca Giulio-Claudia. Ciò che pian piano sta emergendo “copre” un’epoca d’insediamenti lungo i secoli della dominazione romana, certo, ma ha portato alla luce anche altri insediamenti precedenti durante il periodo celtico e retico, insediamenti sui quali i romani stabilitisi nella piana del Sarca e sulle alture circostanti (si pensi a ciò che c’è a S. Martino sopra la frazione rivana dei Campi, ad esempio) hanno eretto le loro case, depositi, magazzini e quant’altro serviva alle legioni di Cesare Augusto nell’espansione dell’impero più grande al mondo. Ebbene, storia a parte, ciò che oggi interessa è che la storia sta restituendo ai luoghi in cui le legioni romane hanno certamente stabilito un avamposto attorno al I° secolo con le mire, probabilmente, in particolare verso la Pannonia (l’attuale Ungheria), territorio a oriente dell’Italia e della Dalmazia, antica provincia romana compresa tra i fiumi Danubio e Sava. Imprese di Augusto a parte, dunque, il “sogno” dell’attuale primo cittadino di Nago Torbole Gianni Morandi di riuscire a realizzare un parco archeologico visitabile ai piedi di Castel Penede, ruderi di quell’antica fortezza compresa, prende sempre più “corpo” grazie alla campagna di scavi (siamo alla quinta) attuale, partita è sempre bene ricordarlo, grazie all’intuizione di Franco Bonomi, quell’indiana Jones che per primo tra boschi, sassi e ruderi capì che sotto gli accumuli di terreno durante i secoli c’è un vero e proprio “tesoro” storico e culturale.