Giovane climber investito al ponte di Arco, donati gli organi
La famiglia di Christoph Schweiger, il giovane tedesco investito e ucciso da una vettura mentre attraversava la strada nei pressi del ponte di Arco, ha acconsentito alla donazione degli organi, gesto estremo nel quale si racchiude tutto il dolore per la perdita di un figlio a 21 anni. La fidanzata è grave ma si salverà, mentre la donna alla guida della macchina che li ha investiti, originaria di Arco e residente a Dro, sarà molto probabilmente accusata di omicidio stradale, avvalorata dal fatto che dopo il test effettuato dall’Autorità accorsa sul posto le è stato rilevato un tasso alcolemico superiore al doppio del consentito. Una tragica vicenda che comunque, almeno fino alla contestazione formale dell’accusa da parte del Giudice per le indagini preliminari le permetterà di rimanere in libertà.
Dichiarato morto nella giornata di lunedì 10 aprile, Christoph Schweiger è tornato a Ringsee, un sobborgo di Ingolstadt dal quale era arrivato in vacanza per praticare il “boulder”, specialità di arrampicata sportiva nella quale si era già messo in mostra a livello internazionale nonostante la giovane età. Una morte assurda, tragica, inconcepibile per certi versi, accaduto all’incrocio tra le vie Caproni Maini, Segantini e della Cinta dove si transita a velocità controllata, lenta.
Un quadro giudiziario, dunque, che per l’investitrice si complica, e con il recepimento degli Atti da parte del Pubblico Ministero Viviana Dal Tedesco potrà essere più chiaro e successivamente dar atto alla procedura del caso. Tasso alcolemico, velocità che dai primi rilievi appare elevata rispetto all’incrocio cui si stava apprestando la donna alla guida, il cane della stessa che a seguito dell’urto con i due ragazzi è volato fuori dalla macchina morendo sull’asfalto sono tutti elementi che sono al vaglio degli inquirenti per formalizzare un’accusa nei suoi confronti.