Rifiuti in Trentino: “Impianto termico provinciale, una scelta necessaria”

Redazione16/03/20233min
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La Giunta provinciale ha approvato in via preliminare l’Addendum al Quinto aggiornamento del piano provinciale dei rifiuti. Si tratta del documento, previsto dagli obiettivi della pianificazione provinciale recentemente aggiornata, che prende in esame tutti gli scenari di gestione della frazione non recuperabile della raccolta rifiuti urbani e misura il fabbisogno impiantistico necessario a chiudere il ciclo direttamente in Trentino, senza dover ricorrere a impianti fuori provincia.
Inizia ora la fase di partecipazione pubblica sull’Addendum: per i prossimi 45 giorni chiunque potrà fare osservazioni prima dell’adozione definitiva del documento.
Nell’Addendum si sono valutati tutti i possibili scenari alternativi prima di arrivare alla conclusione della necessità di realizzazione dell’impianto termico. Gli scenari analizzati hanno incluso, confermando il trattamento di recupero energetico presso l’impianto di Bolzano per i quantitativi oggi disponibili (13.000 tonnellate annue di rifiuto indifferenziato), anche l’utilizzo di un impianto di pre-trattamento meccanico biologico, ipotizzando una riduzione della produzione dei rifiuti urbani totali ed un aumento della raccolta differenziata e la possibilità di realizzazione di un impianto di recupero di tessili sanitari.

Nell’ambito del confronto fra tutti gli scenari, la realizzazione di un impianto termico provinciale si delinea come una scelta necessaria per chiudere responsabilmente il ciclo dei rifiuti urbani non differenziati nel territorio provinciale. Raggiungendo un’autosufficienza impiantistica, senza subire ulteriormente l’andamento del mercato, con una conseguente riduzione del costo di gestione del proprio rifiuto e con la certezza del suo recupero energetico.
La necessità di dotarsi di un impianto di trattamento dei rifiuti non riciclabili si lega a diversi ordini di ragioni: l’inasprirsi delle normative europee, la non-sostenibilità economica, ambientale ed etica della politica di esportazione dei rifiuti fuori regione, l’impossibilità di azzerare la produzione di rifiuti, e quindi di raggiungere un risultato indicato solitamente con l’espressione “zero waste”. Infine, ci sono le considerazioni riguardanti le ricadute ambientali: gli studi più avanzati dicono che una discarica emette gas serra (responsabili del cambiamento climatico) in quantità 8 volte più alte di un impianto di termovalorizzazione standard.

Peraltro, come si sottolinea nel documento, l’impatto economico è legato a quello energetico. La crisi energetica di questo periodo ha evidenziato l’importanza di ricorrere a fonti alternative e sostenibili di energia ed il rifiuto è certamente una fonte sempre disponibile.

 


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