Possibile violenza nell’Alto Garda, la turista sentita dal Pubblico Ministero di Buenos Aires

Non si è fermata la battaglia di Anna (il nome è di fantasia) contro l’istruttore di windsurf che l’avrebbe drogata e violentata nell’estate del 2022. La turista argentina si trovava in vacanza dell’Alto Garda da pochi giorni quanto venne invitata a casa del suo istruttore di windsurf per fare un po’ di conversazione e bere un aperitivo. Nel momento di dover tornare a casa, la donna afferma di essere stata drogata e violentata. Il giorno dopo si recava al pronto Soccorso per sottoporsi alle visite del caso e dai Carabinieri per denunciare l’accaduto ma, a quanto sembra, nulla si è mosso sotto l’aspetto legale. Infatti l’avvocato d’ufficio le disse che in assenza di prove non era possibile avviare una causa (leggi la notizia).
Dopo il suo ritorno in Argentina la donna ha ancora attacchi di panico, depressione ed è calata di peso. Ma non ha perso la volontà di ottenere giustizia e si è recata dal Pubblico Ministero di Buenos Aires per fare una dichiarazione, durata più di quattro ore, dove ha raccontato tutti i tragici fatti che le sono accaduti. La documentazione sarà ora inviata alle Autorità italiane, assieme ai certificati medici e la storia clinica degli ospedali di Arco, Rovereto e Trento dove è stata visitata il giorno dopo il fatto.
“Dagli uffici Ufem di Buones Aires – ci racconta la sessantenne argentina – mi hanno detto che il Pubblico Ministero italiano ha chiesto l’archiviazione del caso, ma per il Giudice esso non è ancora chiuso, quindi spero possa essere ripreso in esame. Mi sento orgogliosa di andare avanti con la mia vicenda, l’ho fatto per me ma anche per i diritti delle donne e delle persone vulnerabili. Sono stata offesa e mi sono sentita abbandonata anche dallo Stato italiano. Se non avessi parenti in Italia che mi sostengono, non so come avrei fatto”.