Giornata del rene, l’importanza della diagnosi precoce
Giovedì 9 marzo in Trentino, come in tutto il resto del mondo, si celebra la giornata del rene. Scopo dell’iniziativa è portare in primo piano il tema delle malattie renali. In piazza Cesare Battisti a Trento verranno allestiti due centri mobili dove infermieri e medici dell’Unità operativa di nefrologia e dialisi, con il supporto delle associazioni di volontariato, offriranno dalle ore 8.30 alle ore 13.30 un controllo gratuito dei valori pressori e l’esame delle urine. Chi soffre di un disturbo renale spesso lo ignora, e quando lo scopre è ormai troppo tardi. I reni sono infatti organi che non mostrano i sintomi della malattia finché non risultano irrimediabilmente compromessi. In questi casi, il rischio di sviluppare un’insufficienza renale è elevato e lo è ancora di più quello di sviluppare anche una malattia cardiovascolare invalidante o mortale. Di qui l’iniziativa di sensibilizzare la cittadinanza all’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce di queste patologie.
I soggetti più a rischio di malattia renale sono gli anziani (abuso di farmaci antidolorifici come causa principale, oltre ad antibiotici) e i pazienti che soffrono di ipertensione o di diabete. Sono queste le categorie che, almeno una volta all’anno, dovrebbero sottoporsi ad accertamenti della funzione renale, per cogliere fin dall’inizio qualsiasi alterazione dei reni. Gli esami da eseguire, peraltro semplici ed economici, sono i test delle urine e dei livelli di creatinina nel sangue e il monitoraggio dei valori pressori.
Quando un paziente con malattia renale raggiunge la fase molto avanzata della malattia, ha davanti due strade: la dialisi o il trapianto di rene. Dal 2000 a oggi gli italiani dializzati sono passati da 37mila a 45mila, quelli che hanno subito un trapianto di rene da circa 9 mila a oltre 26mila.
Per quanto riguarda la provincia di Trento, al 31 dicembre 2022, i pazienti in terapia dialitica erano 224, di cui 185 in dialisi extracorporea nei centri dialisi degli ospedali trentini e 39 in dialisi peritoneale eseguita a domicilio. È questa una modalità di cura su cui la provincia di Trento ha puntato molto perché risulta per il paziente molto meno gravosa della dialisi ospedaliera oltre a consentire un significativo risparmio di risorse pubbliche.
In generale il numero dei pazienti dializzati a livello provinciale si è ridotto negli ultimi anni anche perché sono aumentati i trapianti di rene eseguiti a Verona, un incremento reso possibile dal numero di donazioni di organo effettuate all’ospedale Santa Chiara di Trento. Un segno inequivocabile di tangibile generosità e solidarietà da parte della popolazione trentina. Un grazie va alle famiglie che hanno concesso, in un momento di così grande difficoltà emotiva quale la morte di un familiare, il prelievo di organi per permettere a pazienti in dialisi di poter affrontare una nuova vita. Nel corso del periodo 2008-2022 si sono avuti 210 donatori in coma irreversibile che hanno donato 413 reni.