La Lega: “Spiaggia Olivi torni ai Rivani”

Redazione07/03/20232min
SPIAGGIA ULIVI CLUB RIVA 5

 

“La Spiaggia degli Olivi torni ai rivani”. Questo, in estrema sintesi il pensiero della sezione di Riva del Garda della Lega, partito di maggioranza, una secca bocciatura all’iniziativa presentata pochi mesi fa per la gestione del polo rivano, e il giorno dopo le dichiarazioni della direttrice Alessandra Albarelli alla stampa che chiedeva pieno sostegno alle iniziative introdotte dall’ente fieristico e congressuale rivano per il “Club delle Eccellenze”.  Quella Spiaggia Olivi progettata da Giancarlo Maroni che, negli anni, è andata via via perdendo il suo appeal dopo un luminoso periodo iniziato negli anni ’80 quando era il centro del ritrovo e divertimento rivano all’insegna del “Tiffany”, la discoteca ultimo baluardo di generazioni che del ballo in quel luogo ne avevano fatto quasi la loro casa.

Dopo la ristrutturazione da parte del Comune e il fallimento delle gestioni che si sono susseguite negli anni, la gestione della “Spiaggia degli Olivi” è stata affidata dalla precedente amministrazione Mosaner a “Riva del Garda Fierecongressi” la quale, nel novembre 2022, ha riunito il mondo dell’imprenditoria trentina che può così organizzare nella struttura propri eventi avvalendosi del supporto dello staff dell’ente rivano. Ma per la Lega, però, così non va, e così con toni abbastanza “forti” la sezione locale del partito di Matteo Salvini ha espresso il suo dissenso mettendo nero su bianco dicendo che “le porte della Spiaggia degli Olivia siano riaperte ai rivani!”. Un’idea totalmente diversa da quella di Rfc, espressa anche durante la campagna elettorale che ha portato la coalizione al vertice di palazzo Pretorio con la nomina a sindaco di Cristina Santi.

Per poter usufruire degli spazi si chiedono 5 mila Euro all’anno, afferma la nota della Lega, spazi che per gran parte dell’anno rimangono chiusi e che il contratto d’affitto d’azienda annuale richiesto all’ente rivano è di poco superiore ai 50 mila all’anno. Insomma, tenere chiuso quel luogo rappresenta un “danno d’immagine” sia per i cittadini sia per i turisti.

 


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