Esposto in Procura contro l’autovelox di Pai a Torri del Benaco

Claudio Chiarani01/03/20232min
pai torre benaco

 

Un Esposto contro l’autovelox installato dal Comune di Torri del Benaco a Pai è stato presentato in Procura della Repubblica a Verona. L’apparecchio di rilevazione della velocità ha fatto “strage” di automobilisti pizzicati, chi più che meno, a transitare dal piccolo borgo veronese oltre il limite fissato di 50 Km/h. L’associazione “Altvelox-Maggiore Tutela” ha denunciato il fatto affinché sia fatta chiarezza su quell’autovelox che in pochissimo tempo ha “bastonato”migliaia di automobilisti, tanti anche trentini, che la Gardesana la percorrono per lavoro o svago. L’ipotesi di reato è “illecito e reiterato utilizzo a danno dei cittadini”, ossia un danno alla collettività che il Comune di Torri del Benaco, competente in materia per il piccolo Borgo di Pai, avrebbe fatto installato l’autovelox in base a una mera determina dirigenziale emanata dal Ministero dei Trasporti, carente però di Decreto Ministeriale con il quale si sarebbe dovuto validare e legalizzare l’autovelox stesso. Insomma, l’associazione chiede di far luce su quell’impianto di rilevazione della velocità dei veicoli in transito i quali, superando anche di un solo chilometro all’ora, hanno infranto il divieto istituito. Al Pubblico Ministero è stata rivolta la domanda ai fini di accertare e valutare, si legge nella nota diffusa dall’Associazione nazionale dei consumatori e delle microimprese, delegazione di Belluno, se siano rinvenibili fattispecie penalmente rilevanti e, inoltre, essendo la questione in esame particolarmente complessa e articolata sotto il profilo tecnico e normativo di demandare adeguata istruttoria e verifica ad ausiliario consulente tecnico esperto in materia. Dubbi sussistono anche sull’affidamento diretto alla ditta che ha fornito l’attrezzatura, la “Traffic Tecnology”, alla quale il Comune di Torri in sette diverse occasioni ha corrisposto la somma di 179.127 euro. In base al Codice degli Appalti, invece, l’affido diretto (senza appalto) può avvenire per somme fino al limite di 139.000 euro.

 

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