Nel 2023 tornano a salire i posti letto negli Ospedali del Trentino

Redazione15/02/20233min
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È stata presentata, dopo la sospensione di due anni dovuta all’emergenza covid, la consueta Delibera annuale per la ricognizione dei posti letto assegnati alle strutture del Servizio ospedaliero provinciale. La delibera di Azienda sanitaria riveste una valenza sia ricognitiva che programmatica: fotografa la situazione attuale e indica le direzioni di sviluppo in aree omogenee di degenza, al fine di favorire sia la flessibilità strutturale e organizzativa sia l’integrazione multi dimensionale e multi professionale delle risorse umane.
Si tratta in particolare di posti letto dedicati alla terapia intensiva o tecnici, ovvero per degenze brevi, frutto di una riorganizzazione della sanità, che la pandemia ha accelerato.

«Rispetto al passato termina l’andamento di riduzione complessiva dei posti letto, – ha dichiarato il direttore del Servizio ospedaliero provinciale Pier Paolo Benetollo – e gli ospedali diventano sempre più per acuti, ossia per pazienti con criticità più severe, quindi aumentano i posti letto di terapia intensiva e alta intensità. D’altro lato aumentano in maniera marcata i “letti tecnici”, come quelli per l’osservazione breve al pronto soccorso, per la chirurgia ambulatoriale, per le prestazioni ambulatoriali complesse. Tutta una serie di patologie che fino a qualche tempo fa erano pesanti per i pazienti e richiedevano lunghi ricoveri in ospedale, oggi sono risolte con tecniche sempre meno invasive, quindi attraverso il day surgery e l’accesso ambulatoriale».
La delibera approvata dalla direzione generale dell’Apss stabilisce che l’offerta complessiva nelle sette strutture ospedaliere di Trento, Rovereto, Arco, Borgo, Cavalese, Cles e Tione, è di 1715 di posto letto (era di 1644 nel 2020), dei quali 1264 di ricovero ordinario per acuti e riabilitazione (erano 1242 nel 2020), 163 in day hospital e day surgery. Aumentano in maniera significativa i “letti tecnici” per osservazione breve e di terapia intensiva, che rispetto al 2020 passano da 212 a 288.

Il direttore sanitario Giuliano Mariotti ha presentato anche i risultati per l’anno 2020 del monitoraggio svolto dal Comitato Lea del Ministero della salute e redatto per mezzo del “Nuovo sistema di garanzia”. Il monitoraggio è uno strumento di valutazione dei servizi sanitari per verificare che tutti i cittadini italiani ricevano le cure e le prestazioni rientranti nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) del Servizio sanitario nazionale. In particolare, il Comitato valuta tre aree di assistenza – ospedale, distretto e prevenzione – attribuendo un valore distinto per ogni area compreso tra 0 e 100, la soglia per la sufficienza è a 60 punti. Complessivamente, nell’anno 2020, gli enti che hanno ottenuto un punteggio superiore a 60 in tutte le macro-aree sono stati: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Puglia e Provincia autonoma di Trento.

 


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