Con le E-Bike su tutti i sentieri, problema da risolvere
“Entro cinque anni le e-bike soppianteranno le mountain bike muscolari”. Lo ha detto Uli Stanciu, inventore del Bike Festival a Riva del Garda, tedesco innamorato del Garda, autore di numerose guide e profondo conoscitore dei nostri sentieri. Su dieci biciclette che si vedono passare, otto sono servoassistite, inutile negarlo.
Però oggi il fenomeno è esploso a livello planetario e il direttore dell’ufficio forestale distrettuale di Rovereto Massimo Miori ha lanciato l’allarme: le e-bike da risorsa sono diventate un problema. Addirittura, come ha dichiarato alla stampa, senza voler criminalizzare nessuno, “è terreno di scontro tra ciclisti, escursionisti, animali. La montagna è di tutti, questo è innegabile, ma l’aumento del flusso delle biciclette sta avendo un impatto che pone una seria riflessione in materia”.
Dunque, che fare se si punta quasi tutto sulle due ruote artigliate, muscolari o servoassistite che siano? Nel Garda trentino le muscolari sono quasi del tutto scomparse, la disciplina del Gravity se n’è andata altrove in luoghi appositamente dedicati, ma è innegabile che se prendiamo ad esempio il sentiero della Ponale, dove passano una media di oltre 250 mila bike all’anno (dato calcolato sui passaggi dal 2016 al 2021 e riferito alle sole biciclette), si capisce come la manutenzione per tenere in ordine i sentieri diventa essenziale.
Garda Dolomiti, l’APT di riferimento, ha creato i “Ranger”, squadre che hanno il compito di manutenere i sentieri dedicati, ma ciò che il direttore Miori ha detto è che, fermo restando che l’educazione è il primo fattore di rispetto verso il territorio, i custodi non sanno che fare perché non c’è una normativa specifica in materia. Insomma, quanto c’è oggi va rivisto e modificato in funzione della possibilità che otto ciclisti su dieci hanno di percorrere i nostri sentieri. Se prima serviva allenamento, ora chiunque con un po’ di pratica si avventura dove prima non riusciva.